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APPROFONDIMENTI

La famiglia e l’importanza della “separazione-individuazione” nell’adolescenza

28/06/2005

La famiglia e l’importanza della “separazione-individuazione” nell’adolescenza

Quando una famiglia inizia a scoprire che il proprio figlio entra nella fase adolescenziale si trova a dover affrontare una criticità che le richiede una ristrutturazione interna faticosa e complessa. Ristrutturazione che deve avvenire a molti livelli e che richiede un particolare sforzo, non solo per ripristinare una certa funzionalità familiare, ma anche perché ciò avvenga nel minor tempo possibile.
L’adolescenza, comporta un progressivo cambiamento fisico e psichico, una graduale percezione della realtà, una incessante sete di autonomia ed una continua ricerca di un’identità: un grosso carico che, inevitabilmente, ricade sulla famiglia. Essa deve assumersi, in modo quasi esclusivo, il peso emotivo e relazionale che diventa sempre più oneroso sul piano psicologico con l’intensificarsi della fase evolutiva in questione.
In questa fase è importante che la famiglia sia accompagnata nell’accettazione dei repentini mutamenti del figlio adolescente, nella ricerca delle informazioni relative all’adolescenza e nell’aiutarla a prefigurarsi eventuali necessità future del ragazzo che insorgeranno e che richiedono un’organizzazione familiare specifica ed un cambiamento considerevole nelle relazioni familiari. Questo richiede una maturità interna e un equilibrio non sempre facile da raggiungere.
I genitori sono particolarmente disturbati nel riscontrare che le modalità relazionali da loro utilizzate prima dell’età adolescenziale devono essere inevitabilmente modificate in funzione dei nuovi e diversificati bisogni del proprio figlio. Alcuni conflitti connessi al passato di queste famiglie possono emergere proprio per l’elevato stress a cui sono sottoposte. Solo i familiari che riescono ad adattare la propria modalità interattiva alle mutate caratteristiche del giovane mantengono un livello di soddisfazione relazionale discreto. Quelli che, viceversa, non adeguano le proprie modalità comportamentali al decorso di tale fase evolutiva, sono più in difficoltà ad espletare i compiti di vicinanza necessari.
Per essere più preciso, la famiglia e i membri che la compongono si influenzano e si condizionano reciprocamente, in un rapporto di interdipendenza, creando un continuum relazionale. Importante è sottolineare come: i membri di una famiglia sono tanto più indifferenziati quanto più sono dipendenti l’uno dall’altro, al contrario, i membri di una famiglia sono tanto più autonomi e liberi quanto più sono differenziati; per dirla tutta e con Galimberti:”la buona riuscita del processo di differenziazione della famiglia di origine dipende infatti anche da come i genitori hanno, per così dire, “metabolizzato” gli eventi relativi alla propria uscita dalle rispettive famiglie di origine e da come essi stessi regolano e modificano le distanze relazionali”.
Per comprendere meglio il tutto, senza non qualche forzatura, utilizzerò concettualmente un costrutto definito “omeostasi familiare” - per indicare, in generale, la tendenza dell’organismo a mantenere il proprio equilibrio e a conservare le proprie caratteristiche morfologiche e fisiologiche contro gli squilibri che possono essere determinati da variazioni interne esterne( W.B.Cannon)-; in altre parole e nel nostro caso: l’adolescenza non è solo un’esperienza personale del giovane, ma è una fase che si colloca all’interno di un contesto relazionale; la famiglia, in larga misura i genitori, vive questo “cambiamento del loro membro” come qualcosa di perturbante l’equilibrio, in negativo o in positivo, che ha costruito e concretizzato. Nasce attorno all’adolescente una sorta di sofferenza relazionale e comunicativa che, spesso, impedisce la scoperta di nuove risorse interne al sistema famiglia. Se il corpo, la psiche, la spinta verso la differenziazione, l’autonomia del figlio adolescente è comunicazione, diventa importante sapere come e a chi viene indirizzata questo comunicare, ad individuare le strategie dialoganti che la famiglia mette in atto per superare questa fase di disagio “fisiologico e normale”.
Allora la domanda di fondo: “cosa rappresenta l’adolescenza per la famiglia intesa come sistema? La risposta assume un duplice aspetto e significato: un evento nuovo stressante, che sconvolge il sistema famiglia; un tentativo di ristabilire l’equilibrio omeostatico. Se consideriamo il primo aspetto e cioè la rottura di un equilibrio costituito, i cambiamenti più importanti prodotti sono: il passaggio dalla dipendenza alla indipendenza, o almeno il tentativo, del figlio adolescente che tende alla trasformazione in soggetto autonomo ed indipendente; sconvolgimento delle regole, del funzionamento, dei ritmi e delle priorità nella vita quotidiana ; crisi della maturità (“crisi della mezza età”) con sensazione di perdita del ruolo genitoriale oppure iniziare ad avvertire i disagi di tale situazione vivendo in modo depressivo la “sindrome del nido vuoto”.
Nel sistema familiare l’adolescente trova le conferme e le disconferme del suo atteggiamento, del suo essere ambivalente che da una parte vuole essere una persona indipendente ed autonoma, con l’idea di essersi fatto da solo e di “separarsi, dall’altra ha un non manifesto ma profondo bisogno di appartenenza, di dipendere dalla famiglia e ne chiede, sotto ogni forma, aiuto sostegno. Pertanto la famiglia è il luogo di apprendimento importante, di sostegno per vivere intensamente la magica esperienza dell’adolescenza.
Desidero concludere questa prima parte dell’articolo con una affermazione di Nicolò-Corigliano-Ferraris (1991) : “L’adolescente normale nella famiglia normale è perciò ribelle e contestarlo. Saranno piuttosto i ragazzi passivi, remissivi e sottomessi, bloccati ed inibiti nella loro protesta che desteranno le preoccupazioni del clinico (….) l’aver interiorizzato i propri modelli genitoriali (….) consente un migliore distacco ed un’efficace separazione e stabilizza e rafforza i processi di identificazione. L’eccessiva ed imitativa accettazione dei modelli parentali ci mostra una difficoltà di interiorizzazione (….), tanto da non permettere un’efficace individuazione e separazione nel sistema familiare (….); mentre una ribellione e un rifiuto troppo marcati e violenti ci mostreranno con quanta paura e angoscia l’adolescente stenta a liberarsi dalle caratteristiche relazionali del mondo infantile (….)”.


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