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Il surrealismo e la visione: René Magritte e Alexandre Alexeieff

La mia tesi è incentrata sull'analisi del concetto di surrealtà, termine da cui prende nome il movimento artistico letterario del Surrealismo. Ho cercato di mettere in luce gli scopi, la poetica e la dialettica che animano il movimento, soffermandomi poi su due artisti peculiari quali Magritte ed Alexeieff per evidenziare la loro concezione surrealista dell'arte, il primo nel campo della pittura, il secondo nel cinema d'animazione. Ho ravvisato, tra l'opera dei due artisti, una sorta di percorso mirante a denunciare l'insufficienza del medium linguistico nei confronti della ricchezza del reale, per giungere compiutamente a varcare la soglia di una sfera superiore di realtà, quale è quella anelata dai surrealisti.

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II Storicamente il surrealismo, movimento artistico-letterario che ebbe la sua massima espansione nel periodo compreso fra le due guerre, fu una risposta all’angoscia della crisi in cui si dibatteva la società dell’epoca, ponendo in termini chiari e strutturati il problema della costruzione di un mondo libero per gli individui e la collettività, e fornendo possibili tentativi di risposta per risolverlo: non riuscì mai tuttavia a fondere in modo soddisfacente le sue due anime, quella sociale e quella individuale, la sfera dell’attività pratica e quella dell’attività dello spirito, provocando così numerose crisi tra le file del movimento. Poiché la storia del pensiero umano si svolge senza soluzioni di continuità, il vero bersaglio contro il quale agisce il surrealismo è ancora, così come lo era per il dadaismo 1 , la mentalità tradizionale; ma il proposito generale dadaista di rivolta e di negazione è ora associato alla ricerca di una mediazione che in qualche modo componga la frattura, ancora viva e dolorosa, tra arte e vita, tra realtà e fantasia, tra individuo e società. Per la prima volta dalla nascita dell’arte moderna, ferma restando la critica e la protesta, si avverte il bisogno di costruire, di organizzare, di dare una risposta chiara e programmatica alla questione della libertà, in tutte le sue forme. La volontà del surrealismo è di sconvolgere una nozione di “uomo” e di “ragione” troppo a lungo accettata, e la proposta di una nuova antropologia. L’abbandono della cultura filosofica ufficiale e l’interesse per le nuove scienze umane, come appunto la sociologia, l’antropologia e la psichiatria, sono indice di una costante tensione verso il reale, il concreto, il Kern delle cose, pur essendo possibile rinvenire nel progetto surrealista (che resta profondamente umano e non metafisico) delle tensioni verso la trascendenza, come nella sua considerazione dell’esperienza amorosa ed erotica. Se è questa la dialettica più profonda che anima la poetica del movimento, essa è anche ciò che ne costituisce lo scacco, l’antitesi irrisolvibile nelle cui maglie il 1 Il dadaismo era un movimento artistico-culturale, nato a Zurigo tra il 1915 e il 1916 con l’intenzione di demistificare tutti i valori costituiti della morale e della società, attraverso manifestazioni dissacratorie e irriverenti e liberando la fantasia inventiva (“dada” è una parola senza senso del linguaggio infantile); a questi scopi si servì di strumenti espressivi anti-convenzionali (collage, ready-made, fotomontaggio, ecc.) e dei materiali più disparati. Molte caratteristiche del surrealismo saranno tratte direttamente dal dadaismo, tra cui in particolare il principio della casualità.

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Informazioni tesi

  Autore: Roberta Carrera
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Elio Franzini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 256

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