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Innov-abile. Tecnologia e innovazione per la disabilità

Può la tecnologia contribuire al miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità?
A partire da questa domanda, la tesi si interroga sul ruolo che le tecnologie assistive, o ausili per la disabilità, possono assumere nel contesto contemporaneo per prevenire le complicanze o l’aggravarsi di una disabilità e per ridurre sensibilmente l’handicap, intendendo con questo termine lo svantaggio sociale che si determina quando non tutti sono messi nelle stesse condizioni di compiere anche le più semplici azioni della vita quotidiana (ad esempio muoversi, lavorare, studiare, comunicare, interagire con il mondo circostante). Le tecnologie, infatti, possono facilitare la vita a tutti, ampliando le opportunità di scelta e di controllo. Alle persone con disabilità, tuttavia, esse offrono qualcosa in più: possono consentire lo svolgimento di attività altrimenti impossibili (o comunque difficilmente praticabili), e di compiere queste azioni in maniera più sicura, più veloce e più efficace. Ciò contribuisce ad attenuare lo squilibrio esistente all’interno della società tra coloro che vengono definiti “abili”, cioè coloro che non incontrano difficoltà nell’esercizio delle proprie funzioni, e i cosiddetti “dis-abili”, che invece affrontano quotidianamente queste difficoltà. Ad emergere in questo lavoro è l’immagine di individui “innov-abili”, cioè individui che, grazie alle opportunità offerte dalle tecnologie, riescono a rafforzare le proprie capacità e competenze, a migliorare la propria autonomia e a riacquisire un controllo sulla propria vita. A partire dall’impiego delle tecnologie, infatti, è possibile attivare percorsi di recupero basati su una logica di empowerment, ossia sul “rafforzamento” e sul “potenziamento” di capacità e competenze, per offrire alle persone con disabilità, in accordo con la loro personalità, le loro risorse e i loro limiti, la possibilità di migliorare la propria autonomia e di compiere scelte autodeterminate. In quanto strumenti che favoriscono l’autonomia, inoltre, gli ausili per la disabilità ristabiliscono un nuovo equilibrio nelle relazioni con se stessi e con gli altri. Questo è valido in particolare per i cosiddetti ausili per la comunicazione, strumenti innovativi che restituiscono la libertà di parola a coloro che, a causa di una serie di disfunzioni, non riescono ad esprimersi attraverso i comuni canali comunicativi. A queste persone la tecnologia offre l’opportunità di interagire con l’ambiente circostante, di esprimere i propri pensieri, i propri bisogni, le proprie volontà. Perché comunicare è un diritto, una necessità naturale. È la premessa di base affinché per questi individui possa esserci realmente integrazione.
Dal momento che, dunque, le tecnologie facilitano le attività quotidiane, consentono un recupero dell’autonomia e della capacità di autodeterminazione e che, infine, favoriscono la relazione, è possibile sostenere che esse sono in grado di incidere fortemente sul benessere psicofisico delle persone con disabilità e sulla loro integrazione sociale.

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11 0 Introduzione Quando i nostri progenitori si trovarono dinanzi al problema di trasportare qualcosa che imponeva loro sforzi molto al di sopra delle FDSDFLWjILVLFKHDQFKHGHOO¶XRPRSLUREXVWRQRQULQXQFLDURQRFHUWR a farlo: elaborarono idee, predisposero accorgimenti, inventarono degli strumenti. In un museo della tecnica il visitatore appassionato prova sempre un certo fascino nHOO¶RVVHUYDUH FRPH QHO FRUVRGHOOD VWRULD O¶XRPRDEELD IDWWRIURQWHDOOHGLIILFROWjFKHVLq WURYDWRPDQ mano davanti elaborando idea dopo idea, approfondendo le leggi della fisica, organizzando le proprie conoscenze e predisponendo soluzioni che gli consentissero di svolgere tutte quelle attività che altrimenti, con le sue sole forze fisiche, gli sarebbero state precluse. 0DTXHVWRqVROWDQWRXQRGHJOLVFRSLFKHVSLQJRQRO¶XRPRDcreare tecnologie: oltre al desiderio di fare cose altrimenti impossibili v¶q infatti, anche la necessità di farle in modo più sicuro, più veloce, più efficace. Ad esempio, una persona che debba recarsi da Roma a 0LODQR SUHIHULUj XVDUH O¶DXWRPRELOH RSSXUH SUHQGHUH LO WUHQR R O¶DHUHR QRQRVWDQWH LQ OLQHD WHRULFD VDOYR SDUWLFRODUi limitazioni) il proprio fisico gli consenta di affrontare il tragitto a piedi. La scelta di utilizzare lo strumento tecnologico in questo caso è ampiamente giustificata: non si vede infatti il motivo per cui una persona debba sprecare tanto tempo e fatica (a meno che non esistano deliberati scopi agonistici o di altra natura!), quando esiste un comodo mezzo di trasporto che permette di raggiungere lo stesso traguardo in maniera più efficiente e più efficace. Potremmo continuare a lungo a riflettere sulle RSSRUWXQLWjFKHODWHFQRORJLDKDRIIHUWRDOO¶XRPRSHU migliorare la propria vita: gli esempi di certo non mancano, ma purtroppo non mancano neppure gli esempi negativi di tecnologie concepite per scopi distruttivi o anche di strumenti che, pur essendo progettati con scopi positivi, vengono gestiti senza il dovuto HTXLOLEULRHILQLVFRQRLQDOFXQLFDVLSHUGDQQHJJLDUHO¶HVVHUHXPDQR stesso oppure il suo ambiente. Lo sviluppo tecnologico, infatti, SUHVHQWD ODWL SRVLWLYL H QHJDWLYL G¶DOWUD SDUWH OD WHFQRORJLD è figlia GHOO¶XRPRHGHOO¶XRPRULIOHWWH OHVXHFRQWUDGGL]LRQL7XWWDYLDQRQq

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Informazioni tesi

  Autore: Eleonora Galbiati
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze della comunicazione sociale e istituzionale
  Relatore: Mario Morcellini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 253

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Parole chiave

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ausili
ausili disabili
autonomia
comunicazione
comunicazione aumentativa alternativa
disabili
disabilità
diversamente abili
handicap
icf
ict
innovazione
persone con disabilità
tecnologia
tecnologie assistive

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