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Questioni di fine vita

Lo sviluppo tecnologico in ambito medico ha reso il confine tra la vita e la morte non più così netto come in passato, e se la tecnologia ha permesso di rendere sempre più sottile il confine tra la vita e la morte, ha generato anche delle nuove questioni morali, che sono figlie delle nuove tecnologie. L’eutanasia nell’ ambito della bioetica medica di oggi rappresenta proprio una di queste nuove questioni. Il dibattito coinvolge non solo l’ambito medico, ma anche quello filosofico, teologico, giuridico, amplificandosi anche all’interno dell’ opinione pubblica. Le questioni di fine vita non sembrano trovare soluzioni unanimi, in quanto differenti interpretazioni antropologiche portano a differenti soluzioni, difficilmente conciliabili. In questo lavoro si è voluto mettere in rilievo alcune difficoltà teoriche e pratiche che si incontrano nel dibattito sull’eutanasia. Nel primo capitolo si affronteranno le due posizioni opposte sulla disponibilità e non disponibilità della vita, mettendo in rilievo l’interpretazione del cristianesimo, promotore della sacralità della vita come dono di Dio, individuando anche le sfumature di giudizio presenti tra le diverse confessioni cristiane, che pur partendo dagli stessi presupposti si discostano anche sensibilmente sulle questioni di fine vita.
Nel secondo capitolo sarà affrontata la delicata relazione tra il medico e il paziente in situazioni limite, mostrando come ci sia stato un passaggio dal paternalismo all’autonomia del malato, cercando di individuare le responsabilità del medico e le reali possibilità che ha il paziente di essere autonomo. Il capitolo si concluderà con la questione della morte cerebrale, la quale evidenzierà il passaggio dalla domanda tecnica “è morto?” alla domanda etica “che facciamo di lui?”. Infine si concluderà con il terzo capitolo che affronterà la legge olandese sull’ eutanasia, nata dal principio ispiratore di autonomia e primo esempio di regolamentazione, soffermandoci sul pericolo di un eventuale pendio scivoloso, ma anche riconoscendo come sia stata salvaguardata in linea di principio l’autodeterminazione del malato.

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5 1 L’eutanasia 1.1 Breve introduzione alle questioni di fine vita In ambito medico il termine eutanasia sta ad indicare un intervento finalizzato a ridurre le sofferenze. Il primo ad ipotizzare la sua pratica in quest’ ottica e come ultimo atto di pietà è stato nel XVI secolo Tommaso Moro: […] visto che è inetto a qualsiasi compito, molesto agli altri e gravoso a se stesso, sopravvive insomma alla propria morte, lo esortano a non porsi in capo di prolungare ancora quella peste furiosa, e giacché la sua vita non è che tormento, a non esitare a morire; anzi fiduciosamente si liberi lui stesso da quella vita amara come da prigione o supplizio, ovvero consenta di sua volontà a farsene strappare dagli altri 4 . Dopo il filosofo anglosassone bisognerà aspettare Francesco Bacone, che dopo circa un secolo affermerà: Il compito del medico non è solo quello di ristabilire la salute, ma anche quello di calmare i dolori e le sofferenze legati alle malattie; e di poter procurare al malato, quando non c’è più speranza, una morte dolce e tranquilla, questa eutanasia è una parte non trascurabile della felicità. […] Ora questa ricerca la chiamiamo eutanasia esteriore, che distinguiamo da quell’altra eutanasia che si riferisce alla preparazione dell’anima 5 . Il filosofo inglese collega per la prima volta la parola eutanasia con l’attività del medico, che avrà tra i suoi compiti specifici anche quello di abbreviare la vita per fini altruistici. Al fine di evitare fraintendimenti, nell’attuale dibattito l’utilizzo della parola eutanasia deve essere compreso in questi termini, cioè come attività del medico 4 M. Reichlin, op. cit. p. 29. 5 Umberto Veronesi, Il diritto di morire, Edizioni Mondadori, Milano, 2006 cit. p. 29.

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Santamarianova
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Stefano Semplici
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 115

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