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L'Ecopsicologia applicata all'Educazione ambientale: un nuovo modello per l'Etica dell'ambiente

I precursori dell’ecopsicologia – disciplina nata dall’incontro tra ecologia e psicologia per affrontare e risolvere “insieme” i problemi, le esigenze e le aspirazioni dell’uomo e dell’ambiente – sono l’ecologia, la psicologia e la psicologia ambientale.
Fondata nel 1989 da Theodore Roszak (1933-2011), che la concepì come la scienza della “riconnessione” tra uomo e ambiente, l’ecopsicologia si prospetta come la “dolce medicina” capace di “curare” l’alienazione uomo-natura, intervenendo con proposte etiche, formative, educative, riabilitative e terapeutiche (ecoterapia) affinché questo ricongiungimento si possa realizzare a beneficio di entrambi su diversi livelli. Secondo l’ecopsicologia l’inquinamento dell’ecosistema ha procurato una crisi ecologica e ambientale, che a sua volta ha determinato anche una crisi esistenziale. Si tratta dunque di una crisi etica, antropologica e culturale prima ancora che ecologica; perciò non è possibile affrontare i problemi ambientali senza indagare anche le determinanti psicologiche.
Nel corso della storia si sono affermate varie teorie di etica ambientale, che è possibile sintetizzare in tre modelli principali: antropocentrismo, biocentrismo ed ecocentrismo, quest’ultimo approvato e sostenuto fortemente dall’ecopsicologia che propone innanzitutto un cambiamento di paradigma, suggerendo di passare dal modello egocentrico a quello ecocentrico. Affinché possa avvenire questo cambio di rotta, l’ecopsicologia investe tantissimo sulla crescita e sull’evoluzione personale, finalizzando l’autorealizzazione individuale verso il concreto sviluppo di una coscienza planetaria. Questa giovane disciplina non è anti-industriale ma post-industriale, poiché boccia il modello egocentrico, in cui l’uomo occupa l’apice della piramide della vita, promuovendo quello ecocentrico, nel quale l’essere umano è inglobato nel cerchio della vita per fare il salto di qualità da Homo sapiens a Homo noeticus.
Uno degli ambiti di applicazione dell’ecopsicologia è l’educazione ambientale (EA), in cui confluiscono contenuti, saperi e competenze legate sia all’area umanistica che si occupa di educazione sia all’area scientifica che si occupa di ambiente ed ecologia. Recentemente è stato proposto di sostituire il termine educazione ambientale (EA) con quello di educazione all’ambiente e alla sostenibilità (EAS), poiché inserendo il concetto di sviluppo sostenibile si farebbe implicito riferimento anche al fattore economico e sociale della comunità globale.
Le idee, i principi e i modelli teorici applicati dall’ecopsicologia all’educazione ambientale provengono da diverse discipline, pertanto troviamo: l’ecosofia e gli otto principi dell’ecologia profonda di Naess, l’inconscio ecologico di Roszak; l’identità, la coscienza e la cittadinanza terrestre di Morin; le quattro ecologie e la coscienza planetaria di Boff; l’ecologia della mente di Bateson; l’intelligenza emotiva, sociale ed ecologica di Goleman; l’intelligenza naturalistica di Gardner; la biofilia di Wilson; l’anima dei luoghi di Hillman; la legge di complessità e coscienza di Teilhard de Chardin con la sua noosfera; e il principio responsabilità di Jonas.
Un percorso di educazione ambientale ecopsicologicamente orientato coinvolge l’individuo sul piano fisico-sensoriale (corpo), cognitivo (mente), emotivo-affettivo (cuore) e spirituale (anima), e coltiva questi campi della natura umana promuovendo relazioni ecologiche con se stessi, con gli altri e col mondo fondate su attenzione, ascolto, rispetto, presenza, empatia, dialogo e sinergia.
La maggior parte dei percorsi di educazione ambientale si rivolge quasi esclusivamente alle scuole di ogni ordine e grado, ma i trattati nazionali e internazionali più rilevanti in materia parlano chiaramente di educazione permanente e di life long learning, quindi di un’educazione ambientale che dovrebbe interessare e coinvolgere tutte le fasce di età e tutti i contesti culturali, formativi, ricreativi, riabilitativi e terapeutici della società. L’ecopsicologia, infatti, opera in campo educativo non tanto per “dare” qualcosa ai bambini, ai ragazzi, agli adulti e agli anziani quanto per “aiutarli” a ritrovare quel “legame” col mondo che essi hanno ancora potenzialmente vivo dentro di sé. La natura è per l’ecopsicologia “luogo” e “metodo di cura”, fonte di “autoconoscenza” e di “connessione” intima e profonda con la propria natura interiore e con l’ambiente esterno, che così torna a essere amico dell’uomo e l’uomo torna a curarlo e a rispettarlo come fonte di vita, energia e sostegno.
Il percorso ecopsicologicamente orientato condotto durante questo studio con il coinvolgimento dei quattro aspetti di base della natura umana – corpo, emozione, mente, spirito – mi ha permesso di conoscere meglio la Natura e comprendere meglio me stessa e gli “altri”.

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8 INTRODUZIONE In tutte le cose della Natura c’è qualcosa di meraviglioso. Aristotele

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Informazioni tesi

  Autore: Veronica Leotta
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali
  Corso: Scienze e tecnologie per l'ambiente e la natura
  Relatore: Venera Cardile
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 176

FAQ

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Parole chiave

sviluppo sostenibile
educazione ambientale
etica ambientale
empatia
coscienza ecologica
ecopsicologia
ecoalfabetizzazione
ecocentrismo
intelligenza naturalistica
biofilia

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