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La multidimensionalità del digital divide e il ruolo della Pubblica Amministrazione

L’accelerazione tecnologica che stiamo vivendo ha reso disponibili tecnologie di comunicazione e informazione (ICT) sempre più potenti, capaci di trasformare profondamente le organizzazioni pubbliche e private. Queste tecnologie si sono rivelate strumenti straordinari per i Governi dei Paesi per migliorare la qualità, la velocità, l’affidabilità dei servizi offerti ai cittadini ed alle imprese. Purtroppo le nuove tecnologie, Internet in particolare, non sono per tutti, e se alcuni Paesi hanno potuto efficacemente “testarle” e godere dei loro benefici, altre zone, da sempre ai margini del progresso e dello sviluppo, hanno vissuto questa situazione da “spettatori”, restando nella loro drammatica arretratezza e portando agli occhi dell’opinione pubblica e dei Governi di tutto il mondo il problema del digital divide, la condanna alla marginalizzazione delle aree geografiche e dei gruppi sociali che non hanno accesso alle tecnologie digitali; che entrano, pertanto, nel circolo vizioso di una nuova povertà: quella dell’analfabetismo informatico, che esclude dal lavoro, dalla conoscenza e dalle nuove economie di scambio. Come vedremo nella prima parte della tesi, si tratta di un problema a più dimensioni, difficile da controllare proprio perché legato ad innumerevoli variabili e discriminanti, di carattere geografico, economico, sociale, politico, demografico. Un problema che presenta diverse connotazioni a vari livelli, che si pone in termini assoluti a livello globale, data la difficoltà ormai cronica del Sud del Mondo ad accedere alle nuove tecnologie; un problema che si pone in termini diversi in altre zone geografiche, nelle aree marginali dei Paesi più sviluppati, dove è vero che alcune zone hanno problemi di accessibilità, ma è anche vero che in tali casi il digital divide riguarda la difficoltà di accesso alle nuovissime tecnologie Internet, in particolare la Banda Larga. Questo significa che, mentre in alcune zone del globo la gente ha enormi difficoltà di comunicazione, in altre zone si pensa invece ad andare sempre più veloci, spinti dalla frenesia del processo di innovazione. Secondo la Legge di Metcalfe, l’utilità di una Rete è pari al quadrato del numero dei suoi utilizzatori. Vale a dire che le tecnologie si sviluppano in modo esponenziale: pertanto, laddove presenti, cresceranno ad una velocità sempre maggiore, mentre laddove il loro valore è pressochè vicino a zero, esse si svilupperanno in modo infinitesimale. Il punto di massa critica è stimato nella diffusione d’uso del computer nel 25-30% dei nuclei familiari. Orbene, mentre l’Italia (che resta comunque leggermente al di sotto della media degli altri Paesi Europei) ha superato questa massa critica assestandosi intorno al 33% a fine 2001 (stima Eurobarometer, ma negli ultimi anni questo dato è cresciuto ulteriormente), assai meno rosea è la situazione nei Paesi in Via di Sviluppo. Vediamo, in concreto, cosa è accaduto, cosa accade, e quali sono le prospettive.

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2 PREMESSA L’accelerazione tecnologica che stiamo vivendo ha reso disponibili tecnologie di comunicazione e informazione (ICT) sempre più potenti, capaci di trasformare profondamente le organizzazioni pubbliche e private. Queste tecnologie si sono rivelate strumenti straordinari per i Governi dei Paesi per migliorare la qualità, la velocità, l’affidabilità dei servizi offerti ai cittadini ed alle imprese. Purtroppo le nuove tecnologie, Internet in particolare, non sono per tutti, e se alcuni Paesi hanno potuto efficacemente “testarle” e godere dei loro benefici, altre zone, da sempre ai margini del progresso e dello sviluppo, hanno vissuto questa situazione da “spettatori”, restando nella loro drammatica arretratezza e portando agli occhi dell’opinione pubblica e dei Governi di tutto il mondo il problema del digital divide, la condanna alla marginalizzazione delle aree geografiche e dei gruppi sociali che non hanno accesso alle tecnologie digitali; che entrano, pertanto, nel circolo vizioso di una nuova povertà: quella dell’analfabetizzazione informatica, che esclude dal lavoro, dalla conoscenza e dalle nuove economie di scambio. Come vedremo nella prima parte della tesi, si tratta di un problema a più dimensioni, difficile da controllare proprio perché legato ad innumerevoli variabili e discriminanti, di carattere geografico, economico, sociale, politico, demografico. Un problema che presenta diverse connotazioni a vari livelli, che si pone in termini assoluti a livello globale, data la difficoltà ormai cronica del Sud del Mondo ad accedere alle nuove tecnologie; un problema che si pone in termini diversi in altre zone geografiche, nelle aree marginali dei Paesi più sviluppati, dove è vero

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Informazioni tesi

  Autore: Luigi Villanova
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2002-03
  Università: Università degli Studi di Lecce
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Commercio
  Relatore: Fabio Amatucci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 288

FAQ

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