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La nascita dell’asilo nido


Lo Stato italiano si è storicamente disinteressato delle istituzioni per l’infanzia, la cui gestione è sempre stata delegata ai privati, generalmente ordini religiosi.
II primo “ricovero per lattanti” vede la luce nel 1850 a Milano per opera di un gruppo di famiglie abbienti e di studiosi, che denunciano il triste fenomeno dell’abbandono dei bambini.
II primo intervento pubblico avviene invece nel 1925, quando il regime fascista istituisce l’Opera nazionale Maternità e Infanzia, che si pone come obiettivo primario la difesa ed il potenziamento della famiglia e della natalità, da perseguire mediante l’espulsione della donna dal mondo del lavoro e l’esaltazione della maternità che vuole stimolare le madri italiane ad essere sempre più prolifiche.
All’indomani della Liberazione le donne di sinistra mostrano un rinnovato interesse per le condizioni dell’infanzia e si impegnano per ottenere misure legislative a favore dei bambini. Queste sollecitazioni non restano senza risposta, visto che il governo centrista presenta un proprio progetto che poi diventa la legge del 26 agosto 1950, n. 860. Questa, pur non esente da limiti, contiene molte disposizioni innovative e, fra queste, il diritto delle donne alla non licenziabilità durante il periodo di gravidanza, durante il congedo per il parto e fino al compimento del primo anno del bambino.

Tratto da EDUCARE AL NIDO di Anna Bosetti
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