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La necessità di iniziare dai vizi


Per discutere di virtù, il miglior modo di cominciare consiste nel non dimenticarsi dei vizi; anzi, parlarne apertamente per sottrarli alla pessima fama di cui godono da epoche immemorabili e che rinnovano di continuo. Ad essi, infatti, va riconosciuta qualche attenuante per la loro ambivalenza. Gli eccessi virtuosi se non temperati a dovere generano nuovi vizi, mentre questi, se portati alle estreme conseguenze, trasmutano in virtù soltanto per intercessione e perdono divino.
I vizi peggiorano la loro nomea e le virtù perdono i loro vantaggi, se la loro sostanza resta o diventa passionale. Dal che ne traiamo una prima lezione: è bene peccare il meno possibile ed è consigliabile non essere troppo virtuosi. La prudenza è la via di mezzo per conseguire l'ideale della mediocrità. Ma in realtà sono gli eccessi che animano la terra, i vizi e le virtù imprudenti: il loro tratto passionale è alla radice della loro storia più vera.

Tratto da NUOVE VIRTÙ di Anna Bosetti
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