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Temi nel poemetto "Il Giorno" di Giuseppe Parini

Temi nel poemetto "Il Giorno" di Giuseppe Parini


Il risveglio del giovin signore


Parini descrive ironicamente quello che è il risveglio del nobile; quest’ultimo non si sveglia al canto del gallo ma a quell’ora, tornando da ricevimenti  svaghi vari, si addormenta. Il fabbro ed il contadino iniziano a lavorare di buon mattino proprio mentre il signore si addormenta. Appena il sonno finisce il nobile chiama i suoi servi che aprendo le finestre della sua camera vi fanno penetrare la luce stando attenti a non dare fastidio agli occhi dl loro padrone. Sbadigliando il giovin signore causerebbe certamente invidia al capitano che fa la stessa mossa per gridare gli ordini in guerra.I camerieri gli chiedono cosa desideri per colazione: caffè o cioccolata calda;

L’invenzione della cipria


La pettinatura è l’occupazione più importante nella mattinata del giovin signore, la moda richiede che egli affronti la vorticosa nuvola della cipria, così come i suoi antenati affrontarono per l’onore della casata la polvere della battaglia: ma questi ne uscivano orribili a vedersi, mentre il giovin signore non farà che aumentare l’avvenenza del proprio aspetto.

La favola del Piacere


Questa digressione viene introdotta quando il giovin signore è accolto alla mensa dell’amata e si dà inizio al pranzo: v’è chi si ciba per appetito e chi, come appunto il nostro protagonista, per pura voluttà. La favola del Piacere fa ironicamente risalire la distinzione tra il volgo e la nobiltà al raffinamento dei sensi e alla maggior capacità di godere che sono stati assegnati ai nobili dal destino. Nel testo sono dunque presenti due motivi fondamentali:
- Polemica antinobiliare ed egualitaria
- Dibattito sul lusso

La vergine cuccia

Il pranzo è giunto ormai al culmine; si conversa con libertà trattando dei più svariati argomenti di moda. Il dialogo fra un gran divoratore di carne e un vegetariano offre l’occasione alla dama per evocare il triste giorno in cui la sua giovane cagnolina, solo per aver morso un servo, fu da questi ferocemente presa a calci. Il colpevole venne licenziato e la sua famiglia ridotta sul lastrico, com’era giusto, in punizione della grave azione commessa.

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