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La festa della porchetta, rito ciclico del cambio di stagione

La festa della porchetta, rito ciclico del cambio di stagione

Ci cono numerose analogie formali e simboliche tra il lancio della porchetta nella festa bolognese e il rito greco in cui si gettavano gli animali nell’abisso : entrambe le azioni esemplificano un’antica concezione secondo cui, in corrispondenza del cambio di stagione, si apriva un canale di comunicazione col mondo dei morti.
Qual’è a Bologna il senso del sacrificio della porchetta?
Anche in un contesto urbano il passaggio dall’estate all’inverno era avvertito da un forte cambiamento, ogni mutamento del ciclo naturale ed agricolo si rifletteva nell’economia e nel costume urbano.
Il clima che vi era in occasione della festa della porchetta era quasi paradisiaco  : avveniva una sorta di riconciliazione tra le classi sociali per cui i nobili offrivano cibo al popolo e il popolo si offriva come spettacolo, benevolenza e allegria.
Nel medioevo il paradiso terrestre era immaginato e descritto come luogo chiuso, circondato da mura, la situazione ricreata a Bologna durante la festa era identica.
La festa era anche il luogo in cui la società si esprimeva  e si configurava nel proprio ordinamento gerarchico. I posti da cui il popolo assisteva erano assegnati a seconda della posizione sociale  e tutte le classi erano visibili le une dalle altre.
Le personalità autorevoli stavano sulla Renghiera degli Anziani, le dame assistevano dalle finestre della sala degli anziani, i cavalieri e le persone agiate avevano posti riservati in palchi e la plebe si radunava nella piazza.
In questa festa si può cogliere il senso del rigoroso rispetto della posizione sociale nell’assegnare i diversi luoghi, quel giorno ognuno poteva avere la percezione simultanea di tutte le componenti sociali della comunità e della posizione di una rispetto alle altre.
Questo produceva a livello percettivo un rafforzamento della coesione sociale e del senso di appartenenza.
Vi è un altro particolare della festa della porchetta => l’assenza di ribalta per cui non c’era separazione  tra esecutori e spettatori, ma tutti i bolognesi erano coinvolti in un’azione comune.
Una delle caratteristiche fondanti la natura del rito :  Attraverso questa comune partecipazione di tutti gli individui ad un’azione comune si rinnova e rafforza la loro identificazione con l’unità sciale come un tutto, ottenendone non solo una coesione sociale ma anche una maggior sicurezza individuale.
Si può ipotizzare che le zuffe e le risse che si scatenavano avessero anch’esse una funzione e un contenuto simbolico = botte rituali.

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