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La digressione della descrizione


Esistono tre tipi principali di digressione:
1) narrativa
2) riflessiva
3) descrittiva, la più importante di tutte

Cos’è una descrizione? A cosa serve? La descrizione è la congiunzione di uno o più personaggi con una cornice ambientale, un habitat, un paesaggio, un catalogo di oggetti. Tutte le unità descritte sono in relazione metonimica tra loro, fanno cioè parte di un tutto, e sono accompagnata da predicati qualificativi o funzionali (cfr descrizione iniziale del giardino ne “il ritratto di dorian grey” o lunghissime descrizioni in “controcorrente”. La descrizione può avere inizio dall’azione o dalla visione del personaggio sull’oggetto in questione: da qui il racconto della storia si arresta e comincia la descrizione. “ogni descrizione si presenta come un insieme lessicale metonimicamente omogeneo, e la sua ampiezza dipende dal vocabolario e non dal grado di complessità della realtà descritta.” Il linguaggio descrittivo può essere
a) idiolettico tecnico-professionale: difficile e oscuro, arricchito da espansioni predicative chiarificatrici
b) semplice, leggibile e prevedibile, accompagnato da espansioni predicative metaforiche che arricchiscono il linguaggio troppo semplicistico.

Oltre che a mettere in pausa il racconto, la descrizione serve anche a dotare il racconto di un significato più ampio attivabile subito oppure in seguito e a rendere la narrazione più distesa.

NB: se ogni elemento della descrizione è in rapporto metonimico con tutti gli altri e con la descrizione stessa, questa è anche in rapporto metaforico con la totalità del racconto.

La prima, ad inizio racconto, serve ad introdurre il lettore in un ambiente familiare, a significare che il paesaggio preesiste ed è immutabile al passare del tempo e delle azioni che vi si svolgono. La digressione-descrizione si trasforma in una INGRESSIONE.
Nella descrizione di Proust, la digressione serve al narratore per preparare il terreno e immobilizzare il personaggio in modo da inscenare la sua verità e catturare tutto il mondo del personaggio. La digressione diventa quindi un prolungamento del tempo, una sua funzione, è il tempo della ricerca del personaggio e del suo mondo.
Proust la definisce “una questione di visione. Esso è la rivelazione impossibile con mezzi diretti e coscienti, della differenza qualitativa che esiste nel modo come ci appare il mondo: differenza che, se non ci fosse l’arte, resterebbe l’eterno segreto di ognuno. Solo grazie all’arte ci è dato uscire da noi stessi, sapere quel che un altro vede di un universo non identico al nostro e i cui paesaggi ci rimarrebbero altrimenti ignoti come quelli che possono esserci nella luna.”

Tratto da IL TESTO NARRATIVO di Priscilla Cavalieri
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