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Massacro di Columbine in "Elephant" di Van Sant


La Columbine non viene mai citata esplicitamente, ma è continuamente evocata. Van Sant fa leva sulla coscienza interiorizzata dei fatti della Columbine. Sospende la vicenda in un luogo senza nome. Non ci sono riferimenti a luoghi reali. La scuola di Van Sant potrebbe essere una qualunque scuola di fianco a casa nostra
Non ci sono risposte nelle immagini di "Elephant" ma solo domande. Non c’è commento, dobbiamo costruire noi la nostra interpretazione. Quello di Van Sant è un approccio sicuramente più concettuale che narrativo e quello che ci lascia è una totale desolazione. Non è possibile accedere alla psicologia dei giovani, conseguentemente possiamo dedurre l’imprevedibilità di una strage del genere. Ma in questo film i due carnefici non vengono discolpati, sembrano perfettamente consapevoli di ciò che fanno, e sono freddi come l'occhio che li osserva. “But, most of all, have fun!”(Ma soprattutto ci dobbiamo divertire!), queste le parole che Alex dice ad Eric prima di dare il via alla carneficina. Ma perché i due ragazzi uccidono? E per quale motivo Alex non risparmia nemmeno Eric? Non ci sono risposte, ma solo domande.
Si raggiunge la breve sequenza finale attraverso una serie di carrellate labirintiche che ci mostrano il casuale incontro tra studenti ma anche il fatale incontro tra vittime e carnefici. La morte o la sopravvivenza sono frutto della fortuna e del caso. Ma la violenza resta quasi sempre fuori campo, il regista preferisce non mostrarcela.

Tratto da "BOWLING A COLUMBINE" E "ELEPHANT" di Laura Righi
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