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Inghilterra tra 600 e 700: il mercantilismo

In questa periodo si creano i presupposti perchè avvenga, nel secolo successivo, la rivoluzione industriale.
Nel corso del 600 in Inghilterra avvengono dei cambiamenti (rivoluzioni politiche) che portano, alla fine del secolo, all'instaurazione di una monarchia parlamentare, mentre il regime dominante negli stati europei del tempo era l'assolutismo monarchico, dove lo sviluppo economico del paese era subordinato agli interessi della casa regnante.

Nel 1648 scoppia una rivoluzione contro Carlo I, che proveniva dalla famiglia degli Stuart, scozzesi e cattolici; la sua pretesa di essere sovrano assoluto suscitò l'ostilità dei nobili e dei grandi mercanti inglesi. I ribelli, guidati dal puritano Oliver Cromwell, hanno la meglio sul re, che viene decapitato; dopo un periodo nel corso del quale l'Inghilterrra è guidata dallo stesso Cromwell ( con la carica di "Lord Protector") tornano gli Stuart con Giacomo II il Cattolico, ma nel 1688, con la Glorious Revolution, il re fu nuoamente cacciato e una nuova famiglia reale viene chiamata dall'Olanda, gli Orange, ma a patto che il potere legislativo fosse nelle mani del parlamento, che era un organo bicamerale (camera dei lords - camera dei comuni, elettiva e rappresentante della grande proprietà terriera la prima e della borghesia urbana londinese la seconda).

Agricolura inglese:

nel corso del 600 l'agricoltura inglese si modernizza molto, sia dal punto di vista delle tecniche agricole che da quello sociale.
La terra inglese aveva proprietari privati, ma per tradizioni di retaggio medioevali erano gravate di servitù pubblica, i c.d. usi civici della terra, e quindi i proprietari non potevano sfruttarla al massimo. Nel corso del secolo vengono però portate avanti, con atti di autorizzazione del perlamento, le recinzioni degli open fields: ciò comportò da un lato la perdita dei diritti comuni sulla terra e il peggioramento delle condizioni delle comunità contadine, dall'altro per i proprietari della terra fu possibile far rendere al massimo le proprietà, innovando le tecniche agricole e introducendo la rotazione triennale senza maggese già presente in Olanda.
L'aumento della produzione agricola e del rendimento dei terreni permise così aumenti demografico. Inoltre per via delle recinzioni si creò, liberandola da un lavoro contadino a bassa produttività, una forza lavoro a basso costo, che veniva impiegata solo in parte come braccianti salariati nei campi, mentre gli altri furono costretti a trasferirsi nelle città per trovare lavoro. Le migrazioni interne assunsero dimensioni relative davvero significanti: alla fine del '600 Londra conta 600000 abitanti sui circa 8 milioni di persone che vivevano nell'isola. Aumenta l'accattonaggio; gli accattoni erano raccolti in centri di detenzione. L'unica altra possibilità per questi cittadini era l'emigrazione fuori dall'Europa (continente americano): tra il 1620 e il 1680 80mila inglesi si trasferirono nella fascia atlantica del nord America, scontrandosi con le popolazioni indigene. Le spedizioni erano organizzate dalla Virginia Company. In queste terre ci sono climi diversi che fanno sì che in Carolina, Virginia, etc vengano a crearsi grandi proprietà dove si impiantavano colture di piantagione (tabacco e cotone) e si ricorreva all'utilizzo degli schiavi, mentre a nord, dove il clima era più rigido, si diffonde la piccola proprietà, l'agricoltura è di sussistenza ed è fiorente il commercio delle pellicce.


Le basi per lo sviluppo industriale in Inghilterra


La nascita di un proletariato agricolo


In Inghilterra crescono sia la popolazione urbana che quella rurale, non avviene uno spopolamento delle campagne, ma la popolazione urbana cresce a ritmi maggiori. Assumono dimensioni significative le migrazioni verso il Nord America, verso il quale si fa sempre più consistente anche il flusso di schiavi deportati dall'Africa, destinato soprattutto alle piantagioni del sud.

Con le recinzioni degli open fiends e la perdita dei diritti consuetudinari del medioevo in Inghilterra si assiste a un diffuso indebolimento dei contadini piccoli proprietari, che, schiacciati dalla concorrenza, si trovano costretti a vendere e abbandonare le loro terre: ciò comporta quindi una progressiva concentrazione della proprietà fondiaria nelle mani di aziende medio-grandi.

Spesso il grande proprietario non si occupa direttamente della gestione della terra: vive di rendita, non svolge la funzione imprenditoriale, che è affidata invece ai grandi affituari, esponenti della borghesia agraria. Queste figure imprenditoriali fanno lavorare su queste terre delle persone che sono, in misura sempre maggiore, dei salariati agricoli. Questi salariati erano in precedenza contadini con proprie terre, fino a che queste non li vennero espropriate e si videro costretti a vendere ad altri, alla borghesia agraria, la loro forza lavoro. Il loro lavoro è a giornata, non copre tutto l'arco dell'anno ma segue i ritmi dettati dalla produzione agricola. In questo contesto vanno anche scomparendo le corvè, le prestazioni lavorative gratuite. Si crea un mercato del lavoro nelle campagne, cambiano le figure sociali di riferimento.

La colonizzazione inglese


Ricoprono un ruolo importante nella colonizzazione le compagnie privilegiate. Ne è il miglior esempio la Compagnia delle Indie Orientali, che intraprende una politica di insediamenti coloniali nel corso del '600, mentre nel '700 intraprende una vera e propria politica di colonizzazione del territorio indiano. Questa compagnia è privata, e il controllo diretto del territorio indiano da parte della corona inglese avverrà solo a seguito della rivolta di metà 800 che costringerà a intervenire l'esercito di sua maestà.

L'unificazione dei mercati e le politiche economiche


Londra è il fulcro del grande commercio con l'asia e l'America, è un centro di importazione e esportazione -> non tutto quello che arriva a Londra è infatti destinato al mercato inglese: ad esempio i 2/3 del tabacco proveniente dall'America è riesportato, così come 1/3 dello zucchero e i
2/3 dei tessuti di seta. La capitale inglese é sia il fulcro del commercio internazionale che punto di scambio anche delle derrate alimentari inglesi, che dovevano sfamare i 600mila abitanti della città. L'agricoltura inglese diventa sempre più rivolta al mercato e quella di sussistenza sempre più marginale.
Questo notevole movimento di derrate rende necessario migliorare i sistemi di trasporto interni, le vie di comunicazione: a partire dal tardo '600 si ha in Inghilterra l'avvio di una sorta di rivoluzione dei trasporti. Investire nel miglioramento della rete di trasporti era sia utile che conveniente (incentivi oltre che elevata domanda) --> si assiste a un proliferare di nuove strade carrabili, realizzate da consorzi di privati (fondamentalmente proprietari terrieri), che hanno un duplice interesse a realizzarle: strade che sono funzionali alla commercializzazione dei loro prodotti e che sono a pedaggio.
Un secondo campo di sviluppo delle vie di comunicazione è il trasporto sull'acqua: l'Inghilterra ha il vantaggio naturale dell'insularità (cabotaggio per il commercio interno) e del fatto di essere percorsa da diversi fiumi ben navigabili. Gli inglesi si industriano a migliorare il dato della natura, mettendo in atto dragaggi dei fiumi e creando sistemi di chiuse che allungano i percorsi navigabili, nonchè costruendo ex novo reti di canali artificiali, creati e gestiti su modelli organizzativi simili ai consorzi per la costruzione di strade e quindi a pedaggio. L'effetto economico che queste operazioni portano con sè è quello di creare un unico mercato interno, abbattendo la precedente frantumazione dei mercati.

La politica economica seguita dall'Inghilterra è mercantilista, secondo le linee di pensiero dell'epoca: lo stato inglese detta regole e assume provvedimenti che indirizzano l'economia.

Nel settore marittimo-navale il potere pubblico interviene con gli "Atti di navigazione". Il primo "Navigation Act" risale al 1651 (3 anni dopo la decapitazione di Carlo I, al potere c'era Cromwell) ed era finalizzato a scalzare il predominio della flotta olandese su quella inglese. All'epoca gli olandesi avevano la flotta più formidabile del mondo ed esercitavano un'assoluta talassocrazia, e anche il businnes del commercio marittimo da e verso l'Inghilterra era nelle loro mani. Per ottenere questo Cromwell capì che era necessario rafforzare la marina britannica: il Navigation Act del 51 prevedeva quindi che tutte le merci esportate dall'Inghilterra dovessero essere caricate su navi inglesi, e che tutte le merci importate dovessero essere giunte o per mezzo di navi inglesi o per mezzo di navi battente bandiera del paese di provenienza delle merci. Gli olandesi reagirono e scoppiò una guerra tra i due paesi; essendo un paese molto più piccolo e con forze militari esigue rispetto a quelle inglesi, l'Olanda ne uscì però sconfitta.
Gli olandesi cercarono quindi - con successo - di soddisfare la domanda inglese illegalmente, attraverso il contrabbando, dal momento che le navi inglesi non erano abbastanza numerose per gestire tutto il traffico dei commerci da e verso l'isola.
All'aumento del tonnellaggio della flotta inglese è quindi destinato il secondo Atto di Navigazione, nel 1660, che rafforza il primo Atto, impone una tassa sulle navi battenti bandiera inglese ma fabbricate all'estero (misura di protezione della cantieristica navale -> costruire navi in Inghilterra diviene economicamente più conveniente) e impone, al fine di creare capitale umano qualificato in un settore strategico, che una quota della ciurma - il capitano e 2/3 dell'equipaggio - sia di nazionalità inglese.
Al 1663 risale lo "Staple Act": le colonie inglesi debbono rifornirsi di prodotti solo dall'inghilterra (come ciò che stabilì la spagna nel 503)
Quest'insieme di fattori (iniziative private e pubbliche) fa si che all'inizio del '700 la flotta inglese superi quella olandese e diventi la prima flotta al mondo.


Modernizzazione dell'appartato statale e accumulazione dei capitali inglesi


Vengono regolati i rapporti patrimoliali tra famiglia regnante e parlamento -> il parlamento decide sul bilancio della corona, facendo chiarezza su cosa appartenesse alla corona e cosa fosse di proprietà dello stato. Viene istituita la Bank of England, a cui è affidata la tesoreria e che emette i buoni del tesoro dello Stato -> ciò comporta entrate finanziarie più stabili e certe per lo Stato, che le investe nella Marina Militare -> controllo militare dei mari.

Questa situazione favorisce l'accumulazione di capitali, cioè la capacità di risparmiare risorse finanziarie, senza investirle in consumi immediati -> aumenta la quota di redditi risparmiati. Questi capitali possono essere reinvestiti (ad esempio nella costruzione di strade, nell'edilizia -> la popolazione di Londra sale in un secolo da 200 a 600mila ab, nel miglioramento dell'attività manifatturiera e nell'agricoltura) creando un circolo virtuoso che conduce ad un progressivo aumento del reddito, anche se la crescita del PIL pro capite è meno che proporzionale alla crescita del PIL nazionale per via del contentemporaneo aumento della popolazione.

La popolazione in Inghilterra


Si volta pagina ripetto a quello che era il tradizionale andamento della popolazione in età preindustriale, dal momento che l'agricoltura diventa sempre più produttiva, senza mai smettere (dal
'700 a oggi), e questo grande aumento di cibo diponibile consente un aumento della popolazione. L'andamento della popolazione è il risultato di indicatori diversi, i tassi di natalità e di mortalità (n° di individui nati e morti ogni 1000 persone nell'arco di un anno) . In età preindustriale i tassi di

natalità erano poco superiori a quelli di mortalità ed avevano entrambi valori erano molto elevati, si moriva facilmente (il tasso di mortalità neonatale e infantile[circa 50%] pesava molto sulla percentuale totale) e anche i parti erano molto frequenti; nell'Inghilterra del '700 la sempre maggiore disponibilità delle derrate abbattè progressivamente i tassi di mortalità.

Definizione di saldo demografico:

Saldo naturale (popolazione nata e morta in quel territorio) + saldo migratorio (differenza tra flussi migratori in entrata e in usciia)

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