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Epidemiologia, eziologia e trattamento dei disturbi di evacuazione


L’enuresi diurna è presente nel 12% dei bambini tra 11 e 12 anni e nel 3% dei ragazzi tra 15 e 16 anni;
La prevalenza è nell’età scolare; e l’enuresi primaria risulta più frequente di quella secondaria con una differenza legata al sesso: l’enuresi primaria è più frequente nei maschi e l’enuresi secondaria è più frequente nelle femmine.

EZIOLOGIA DEI DISTURBI DI EVACUAZIONE
La fisiologia della minzione coinvolge il sistema nervoso autonomo, i reni e la vescica che consentono l’alternanza di lunghe e lente fasi di riempimento e brevi fasi di svuotamento:la vescica riceve circa 50ml/ora di urina, quando il riempimento corrisponde a 150-200ml compaiono i primi stimoli a mingere, superati i 250ml inizia la fase di svuotamento che non è più controllato al di sopra dei 700ml di urina.
Le ipotesi eziologiche sono varie:
-disturbi del sonno:secondo tale ipotesi, l’enuresi è un disordine dell’arousal: tali bambini riescono a controllare l’emissione di urina durante il giorno, ma non la notte; gli episodi possono verificarsi in tutte le fasi del sonno;
-capacità funzionale della vescica o FBC:corrisponde al volume dell’urina rilasciata dopo che il bambino ha trattenuto l’urina il più a lungo possibile;
-secrezione ADH(ormone antidiuretico):deficit del picco notturno di ADH e alterazione del suo ritmo circadiano, che nel soggetto normale abbassa la produzione di urina durante la notte della metà rispetto all’urina durante il giorno; nei bambini con enuresi vi è una minore produzione di tale ormone e dunque un accumulo eccessivo di urine nei reni.
Il controllo delle feci è legato al corretto funzionamento dell’apparato anale-sfinterico e anche all’attribuzione del segnale per un adeguato comportamento sociale.

TRATTAMENTO DEI DISTURBI DI EVACUAZIONE
-farmacologico,come antidepressivi triciclici, farmaci antidiuretici e farmaci anticolinergici per l’instabilità vescicale;
-comportamentale, in associazione più o meno ai farmaci,come ad esempio un dispositivo acustico che rileva la presenza di poche gocce di urina nella biancheria emettendo un suono acustico che sveglia il bambino.

Tratto da NEUROPSICHIATRIA INFANTILE di Anna Battista
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