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DEMENZA


è una grave forma di deterioramento delle facoltà intellettive in individui con età superiore agli 80 anni, ed è la quarta causa di morte nella popolazione adulta.
La metà dei casi di demenza è dovuta al morbo di Alzheimer (AD), che si manifesta molto gradualmente, cominciando con perdite di memoria di eventi recenti. L’AD spesso causa irritabilità e difficoltà di concentrazione; la memoria tende gradualmente a peggiorare, coinvolgendo anche i comportamenti più semplici.
A livello biologico, vi sono gravi modificazioni a carico delle cellule nervose del cervello, come le placche senili e gli aggregati, che aumentando di dimensioni causano la morte delle cellule nervose.
Sebbene le placche senili e gli aggregati si manifestano anche negli individui anziani normali, essi sono solitamente ristretti all’ippocampo, invece negli individui con AD la loro diffusione e il loro numero sono molto maggiori.
Un altro tipo di demenza è il risultato di un effetto cumulativo di diversi piccoli ictus durante i quali l’afflusso del sangue al cervello viene bloccato, con conseguente danneggiamento del cervello stesso. Questo tipo di demenza è chiamato “DEMENZA DA INFARTO MULTIPLO” (MID), che a differenza dell’AD, è più improvvisa e si manifesta con sintomi più definiti, come ad esempio la perdita della parola.
Studi familiari hanno messo in evidenza che il rischio per i parenti di primo grado di individui con AD di sviluppare AD è del 50% all’età di 85 anni.
Esiste anche una rara forma di morbo di Alzheimer che si manifesta prima dei 65 anni e che viene ereditata in modo autosomico dominante. La maggior parte di questi casi ad insorgenza precoce è causata dal gene PS1 situato sul cromosoma 14 o PS2 situato sul cromosoma 1. Alleli mutati di questi geni sono la causa di quelle lesioni al cervello rivestite da filamenti di BETA_AMILIDE, il quale accumulo causa la morte delle cellule nervose.
Per quanto riguarda, invece, il morbo di Alzheimer ad insorgenza tardiva, il gene associato è quello codificante per l’apolipoproteina E.

Tratto da GENETICA DEL COMPORTAMENTO di Anna Battista
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