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LA RESTITUZIONE E IL DISTACCO


La restituzione rappresenta quel momento del processo diagnostico in cui le info. relative ad un determinato soggetto  vengono tradotte in formulazioni ai vissuti dell’individuo di modo che egli possa comprenderle ed utilizzarle. La restituzione può assumere forme differenti:
- è possibile dare info. che tendono a fornire al soggetto una lettura globale e integrata dei suoi vissuti.
- informazioni mirate e focalizzate su aspetti specifici.
La possibilità di utilizzare in maniera adeguata la restituzione della diagnosi dipende da fattori come: caratteristiche di personalità dell’individuo, la sua storia personale, le ragioni della consultazione, il modo in cui ha vissuto e vive la situazione diagnostica, le relazioni interpersonali per lui più significative.
Nella comunicazione dei dati il diagnosta può seguire dei criteri fondamentali:
1. Adottare un linguaggio comprensibile di modo che il soggetto non fraintenda.
2. Il clinico deve assumere un atteggiamento empatico e non giudicante.
Da non dimenticare che la comunicazione della diagnosi ha come finalità principale quella di offrire al soggetto una chiave di lettura della propria storia che gli permetta di organizzare emotivamente e cognitivamente una percezione di sé integrata, di progettare un eventuale mutamento.

La relazione psicodiagnostica prevede una naturale conclusione e la conseguente risoluzione del rapporto, dunque la restituzione è necessariamente connessa al tema del distacco. Infatti nell’instaurare la relazione diagnostica tra le info. che è necessario fornire al soggetto sin dall’inizio bisogna includere anche dei chiarimenti relativi alla conclusione del rapporto.
Per queste ragioni è opportuno che il diagnosta adotti un atteggiamento empatico, sostenga l’esaminato e lo accompagni fino alla fine del suo percorso, mettendo in kuce non soltanto gli obiettivi raggiunti, ma anche i possibili progetti futuri.

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