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La necessità di fingere


La finzione è una forma di pratica esistenziale, di autodominio forte o debole nella ricerca del piacere, del benessere anche minimo per una anche minima conservazione di se stessi.
Al tramonto? La messa in luce dei conflitti, delle pulsioni, degli effettivi originari rappresenta una delle teorie iniziali dei nostri affetti profondi. Sono le matrici delle nostre vocazioni al vizio o alla virtù, tra le più potenti che mai siano state escogitate. La psicanalisi è soprattutto una filosofia di vita e della guarigione dalla servitù sia dei vizi e delle virtù come progetto irraggiungibile. Essa rappresenta un'occasione di discussione con se stessi, assistiti non da un direttore morale ma da un uditore imparziale. E’ sufficiente sfogliare il più elementare manuale di psicanalisi, per ritrovarsi rispecchiati in questa o quella patologia, nella rassicurante certezza di non essere più affetti da un vizio. Ma nella sconfortante constatazione però che quel che si era ritenuta una personale virtù, magari anche socialmente accreditata, nasconde in verità un'anomalia che potrebbe esplodere in tempi di crisi. Al contempo, però, scopriamo che quelli evocati non possono essere più definiti vizi e tanto meno virtù morali. Le nostre vite individuali, così rivisitate dalle scienze dell'anima, si trovano segnate da conflitti psichici e risolvibili che non possono che essere accettati non in quanto malattie inguaribili, ma semmai in quanto componenti costitutive della condizione umana.

Tratto da NUOVE VIRTÙ di Anna Bosetti
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