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Le interpretazioni della rivoluzione industriale: pluricasuale e regionalista

Interpretazione pluricasuale


La Rivoluzione Industriale non è l’affermarsi di un solo fattore, quale lo sviluppo tecnologico, ma è data da un insieme casuale di fattori, che interagiscono contemporaneamente tra di loro in Inghilterra.
VISIONE MONOCASUALE di CARL MARX (anni ’50, ’60, ’70)
Secondo Marx c’è stata solo una CAUSA che ha generato la Rivoluzione Industriale, ovvero la Rivoluzione Agricola, che ha rappresentato il superamento del passato e ha avviato la Rivoluzione Industriale.
Il CONTENUTO della Rivoluzione Industriale è il cambiamento tecnologico e quindi l’affermazione della fabbrica.
Mentre gli EFFETTI sono la Monarchia Costituzionale, il diritto di proprietà, ecc…
I veri signori sono stati i Capitalisti, ma perché sono legati allo sviluppo tecnologico.


Interpretazione regionalista di Sidney pPollard (anni ’80)


Sidney Pollard sosteneva che la chiave della Rivoluzione Industriale non era lo Stato Nazione, quindi non è un fenomeno nazionale ma regionale, per aree regionali.
Quindi la cosa importante erano i fattori economico-sociali localizzati a livello regionale, quindi la disponibilità di materie prime, il cambiamento dell’agricoltura, lo sviluppo tecnologico e l’applicazione, la modifica dell’assetto sociale.
Questa ipotesi ha avuto successo perché spiega molto bene l’industrializzazione europea e dei paesi come l’Italia.
Inoltre spiega perché alcune realtà si sono sviluppate e poi sono passate ad una fase di declino, quindi perché vengono meno i fattori produttivi, e avviene uno spostamento geografico di questi, quindi una ricollocazione dei fattori economici in un’altra area.
Secondo Pollard le cause di declino di certe regioni sono date da.
- Esaurimento dei minerali o scoperta di fonti di approvvigionamento alternative più economiche.
- Spostamento di localizzazione o nuovo sviluppo dei trasporti, che rende la posizione di alcune regioni meno favorevole rispetto a regioni rivali.
- Una regione industriale per svilupparsi deve avere una certa dimensione.
Inoltre Pollard afferma che lo sviluppo delle regioni non protagoniste dirette dell’innovazione, è dovuta dagli effetti indotti delle regioni leader in termini di regolarizzazione delle attività produttive, disponibilità di materie prime, più stretti legami con i mercati urbani, potenziamento delle infrastrutture di servizio e di comunicazione.

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