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I mezzi di comunicazione di massa come soggetto educativo


I mezzi di comunicazione di massa mostrano il loro volto moderno con la diffusione della radio. La radio, infatti, ha consentito di comunicare contemporaneamente lo stesso messaggio a una moltitudine di persone anche molto distanti tra loro e dall’emittente. Pur senza trascurare gli importanti effetti educativi del cinema, è solo con il progressivo affiancamento della televisione alla radio che il processo di costituzione dei media come importante e diffusa esperienza educativa vive un’accelerazione e giunge a compimento.
La radio prima e la televisione poi sono stati mezzi educativi di rilevante importanza: hanno veicolato e veicolano modelli di comportamento, producono (educative) campagne pubblicitarie, hanno contribuito all’unificazione linguistica del paese e al processo di omologazione culturale dello stesso.
Il tipo di rapporto che si stabilisce con il mezzo (una comunicazione unidirezionale), il prolungato tempo di esposizione, la necessità di disporre di strumenti di decodifica sempre più raffinati per poter esercitare un “pensiero critico”, l’omologazione “al basso” delle trasmissioni, l’essere funzionali alla vendita, sono tutti fattori che determinano un clima educativo che va ben oltre il rischio che corre un bambino consumando un film con scene “violente”.
Nello stesso tempo, la televisione può essere considerata causa ed effetto della riduzione delle occasioni di socialità legate al tempo libero.
I media occupano uno spazio sempre più ampio nella formazione dell’immaginario collettivo, influenzando direttamente la coscienza di sé di ogni individuo, sui suoi livelli di aspirazione, sui suoi gusti, comportamento e consumi, venendo a regolarne in larga misura l’identità. Da non sottovalutare, infine, il contributo che i media hanno fornito prima in ambito nazionale (per quanto riguarda i paesi industrialmente sviluppati) e ora internazionale nel suggerire punti di riferimento per valutare lo stato delle proprie condizioni economiche e sociali e il proprio stile di vita.

Tratto da L’EDUCATORE IMPERFETTO di Anna Bosetti
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