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Rapporto di agenzia medico-paziente


Il medico è  l'agente e il paziente è il principale: un rapporto a contratto si definisce di agenzia quando un soggetto (principale) affida ad un altro soggetto (agente) il compito di soddisfare determinati obiettivi che egli (il principale) non è in grado di perseguire in proprio. In sanità: il soggetto affida al medico il recupero del suo stato di salute perché non è in grado di perseguirlo da solo a causa dell'asimmetria informativa.
I modelli di agenzia classica vanno applicati alla sanità con cautela perché:
1.    solo il paziente conosce sufficientemente bene il suo stato di salute;
2.    il medico ha spesso nella sua funzione obiettivo, non solo il benessere del paziente ma anche, i suoi interessi personali;
3.    il medico è agente del paziente ma anche produttore di servizi sanitari: in sanità, l'agente non ha come unico obiettivo lo scopo del principale, e questo perché il medico è in rapporto di agenzia anche con un terzo pagante, ovvero l'attore pubblico che lo condiziona in termini di efficacia, efficienza, ecc. il medico, dunque, è governato da un principale nella domanda (paziente) e da un principale nell'offerta (sistema sanitario regionale, distrettuale, ecc.) e ci possono essere dei momenti in cui una relazione prevale sull'altra.
In sanità, la relazione di agenzia è molto peculiare, è diversa da quella della teoria economica; qui, il principale va dall'agente per soddisfare un bisogno, e una volta ottenute tutte le informazioni dell'agente, il principale decide e l'agente lo aiuta ad attuare questa decisione. In sanità, il principale fornisce le informazioni alla gente (medico) e poi mette in atto la decisione dell'agente. Si parla di agenzia imperfetta: il principale non decide e l'agente non ha un rapporto di mandato; le parti, quindi, si invertono. Il paziente fornisce al medico tutte le informazioni di cui il medico necessita per prendere una decisione; poi è dovere del paziente mettere in atto la decisione una volta che il medico l'abbia assunta.
Agenzia perfetta: il medico fornisce al paziente tutte le informazioni di cui necessità per prendere una decisione; poi è dovere del medico mettere in atto la decisione una volta che il paziente l'abbia assunta.
Quando parliamo della relazione medico-paziente, si parla anche di induzione di domanda: poiché spesso il medico è anche fornitore di servizi sanitari, ha, cioè, un assicuratore\3°pagante alle spalle, può avere obiettivi diversi dal raggiungimento dello stato di salute ottimale del soggetto (es. raggiungimento di un certo livello di reddito).
Si induce l'eccesso di prescrizioni e si crea così un incentivo a indurre domanda dall'offerta: alcune volte, il medico prescrive di più per eliminare il rischio di giudicare sana una persona malata; ma oltre a questo, vi sono tutte una serie di imperfezioni relative all'agenzia imperfetta che spingono a prescrivere di più. Es: se il medico offre alcuni servizi, un certo tipo di sistema remunerativo, deciso dal 3°pagante, può incentivare il medico a prescrivere di più portando la domanda ad essere eccessiva rispetto all'offerta, ovvero se se io come assicuratore\terzo pagante pago il medico anche per le prestazioni che offre, devo contare che  questo abbia anche altri obiettivi oltre quello della salute del paziente (es. il suo reddito). Non si trattano di azioni che danneggiano il soggetto, ma di un eccesso di offerta di servizi, dettato da valori differenti dalla tutela della salute.
Se gli incentivi economici non sono regolamentati adeguatamente, si rischia un danneggiamento di risorse, ovvero la perdita di efficienza nella loro allocazione.

Tratto da ECONOMIA SANITARIA di Angela Tiano
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