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Portafoglio titoli, quali effetti sulla misurazione dei risultati aziendali


In tema di bilancio bancario ricorrono delle preoccupazioni sui possibili effetti delle nuove norme in termini di variabilità dei risultati aziendali espressi dalle situazioni contabili.
L’idea diffusa di una forte variabilità dei risultati aziendali in un ambiente contabile fondato sul fair value accounting, sembra trascurare il fatto che, con riferimento al portafoglio titoli, nelle banche italiane il FVA è già stato previsto dalla normativa entrata in vigore dal 1993 ed è ormai assimilato e diffusamente applicato all’interno del sistema.
(certamente è vero che la valutazione ai prezzi di mercato dei titoli in portafoglio della normativa attuale è solo un’opzione valutativa ed è comunque applicabile solo a una parte del portafoglio; d’altra parte è altrettanto vero che sempre più numerose sono le banche che adottano tale criterio di valutazione del costo storico.
Occorre tenere conto come molte banche italiane abbiano con gli anni maturato un abitudine tecnica, metodologica e mentale al fair value tanto che la grande novità della disciplina IAS perdee vede indebolire il proprio impatto sulle scelte gestionali e sulle procedure operative delle banche, mentre diverso è il caso delle imprese non finanziarie per le quali tale criterio di valutazione è una novità. Inoltre, la variabilità dei risultati di bilancio a seguito dell’applicazione degli IAS è dovuta al modo in cui la banca ha impostato il proprio modello di bilancio.
L’elemento che consente la transizione verso gli IAS in modo neutrale è rappresentata dall’opzione valutativa già esercitata dalle banche relativamente ai propri titoli non immobilizzati che risultano valutati al prezzo di mercato. Nel caso in cui il criterio di valutazione scelto dalla banca fosse stato quello del "minore tra il costo e il prezzo di mercato", il salto verso la contabilità IAS avrebbe senz’altro creato una maggiore variabilità potenziale dei risultati contabili.
Il passaggio verso IAS presenta 2 ipotesi forti nella situazione di partenza:
- che tutti i titoli del portafoglio siano immobilizzati e presentino caratteristiche tali da essere classificati nel comparto HTM
- che tutti i titoli della negoziazione siano quotati
Se viene rimossa la prima ipotesi, nella transizione la banca deve:
- trovare una collocazione ai titoli ex-immobilizzati non adatti al comparto HTM
- collocare i titoli in esame nel comparto AFS
Le conseguenze di tale procedimento sono:

1. la banca non avrà problemi emergenti dalla necessità che tali titoli, ora AFS, siano valutati al fair value, perché essa già procedeva alla stima del loro prezzo di mercato (stante l’obbligo della sua indicazione in nota integrativa)

2. la banca riesce a contenere il rischio di una maggiore variabilità dei risultati, perché imputerà i risultati della valutazione di tali titoli al patrimonio netto (alla riserva di fair value), dovendo comunque per questa via accettare una certa variabilità nei valori del patrimonio di vigilanza.
Se, invece, viene rimossa la seconda ipotesi (cioè immaginando cioè realisticamente che il comparto dei titoli ex-della negoziazione comprenda anche titoli non quotati), per tali titoli la banca può scegliere 3 soluzioni alternative, tutte soggette a condizioni e con effetti specifici in tema di variabilità delle grandezze aziendali:

1. i titoli ex della negoziazione non quotati potranno essere allocati al comparto HFT; in questo caso la banca dovrà accettare una maggiore oscillazione dei risultati "da valutazione" perché tali differenziali dopo la transizione diventano asimmetrici (come è fisiologico nelle valutazioni "al costo svalutabile") a simmetrici (come è fisiologico nelle valutazioni al fair value

2. i titoli in esame potranno essere allocati al comparto AFS con imputazione dei risultati della valutazione alla riserva da fair value; in questo caso la banca dovrà accettare una certa variabilità del patrimonio netto

3. se le condizioni aziendali e le caratteristiche dei titoli in esame lo consentono essi potranno essere allocati nel comparto HTM mantenendo lo stesso criterio di valutazione (il salto dal "costo svalutabile" al "costo ammortizzato" è marginale) e lo stesso impatto sulla variabilità dei risultati netti di bilancio

Tratto da IL SISTEMA FINANZIARIO di Alessia Chiovaro
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