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Effetti dovuti all’azione dei neurolettici sui recettori della dopamina


Fino a pochi anni fa erano conosciuti solo 2 tipi di recettori dopaminergici: il tipo D1 incrementa la produzione del secondo messaggero intracellulare AMPc nei neuroni dopaminergici, mentre il tipo D2 la diminuisce. Il tipo D2 ha anche funzioni di autorecettore.
La classica distinzione tra recettori dopaminergici di tipo D1 e D2 è stata ridefinita dalla scoperta di nuovi tipi di questi recettori. Si conoscono 5 tipi di recettori dopaminergici di cui è stata clonata la sequenza genica. Essi vengono distinti in 2 famiglie: i recettori di tipo D1-simile, che sono i recettori D1 e D5, e i recettori di tipo D2-simile che sono il D2, il D3 e il D4. Nell’encefalo esistono 4 tipi di vie dopaminergiche: mesolimbica, mesocorticale, nigrostriatale e tuberoinfundibolare.
L’influenza che i neurolettici tipici esercitano sui recettori dopaminergici a livello mesolimbico bloccando l’uptake della dopamina, viene ritenuta responsabile dell’effetto antipsicotico e terapeutico di questi farmaci. E’ l’azione che i neurolettici esercitano sui recettori D2 ad essere determinante. L’azione terapeutica dei neurolettici tipici nella schizofrenia si manifesta quando è stato raggiunto un blocco dei recettori D2 tra il 65 e il 75%. La potenza di un neurolettico tipico si misura sulla base dell’affinità del farmaco per i recettori D2.
L’azione dei neurolettici sulla via dopaminergica mesocorticale viene indicata come responsabile dell’incremento della sintomatologia negativa di cui soffrono molti pazienti schizofrenici.
I più frequenti effetti collaterali dei neurolettici sono i sintomi extrapiramidali, dovuti all’azione di questi farmaci sulla via dopaminergica nigrostriatale: il blocco dei recettori D2 induce una riduzione nell’inibizione dell’attività colinergica esercitata a livello dello striato da neuroni dopaminergici provenienti dalla sostanza nera.

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