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Definizione di catalogo. Ponte tra utente e documento


Un catalogo è, nella sua più semplice accezione, un elenco che descrive i beni (oggetti) di un determinato insieme che posseggano meno caratteristiche di analogicità in modo tale da fornire una rappresentazione evocatrice degli oggetti stessi. Un catalogo è uno strumento informativo sofisticato e per qualificarsi come tale richiede per la sua costituzione, una serie di operazioni più complesse. La problematica relativa alla definizione delle regole catalografiche è vasta e di antica radice. Essa incarna la necessità di rendere accessibile l’informazione contenuta nell’universo documentario, orinandolo attraverso meccanismi universali: tali cioè da poter mettere a contatto informazione e ricercatore, qualsiasi sia il suo background culturale.
A tutt’oggi nel mondo esistono molteplici biblioteche e molteplici tipi di catalogo. In un catalogo possiamo identificare due specifiche aree, quella “descrittiva o sintattica” e quella “semantica”. Per quanto concerne la prima, lo sforzo dei catalografi è sempre stato teso ad individuare gli elementi minimi atti a descrivere un oggetto in modo univoco (non devono esserci ambiguità). La scelta di questi elementi minimi può variare da oggetto ad oggetto: non si sceglieranno gli stessi per descrivere libri, o stampe, o audiovisivi. Al completamento della catalogazione sintattica o descrittiva (formale), il catalogo riserva poi l’altra area quella cosiddetta di catalogazione semantica (sostanziale).
Oggi si tratta non più di creare un rapporto univoco tra un oggetto e la sua rappresentazione, ma di mettere in grado diverse tipologie di ricercatori di rintracciare l’oggetto della loro ricerca superando il divario delle differenze fra le culture di appartenenza, le logiche ed i rispettivi linguaggi. Il compito di un catalogo diventa quello di creare un ponte tra l’utente ed il materiale documentario. Più precisamente, tra il linguaggio dell’utente (linguaggio naturale) e quello del documento. Sotto questo profilo, la catalogazione semantica, diviene un’opera di traduzione e la figura di documentalista raggiunge il massimo della sua responsabilità.

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