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La diagnosi differenziale in casi di insonnia


Il punto critico della diagnosi differenziale dell’insonnia è capire se vi sia un disturbo medico o psichiatrico sottostante, responsabile dell’innesco o del mantenimento del disturbo di sonno. Per tale ragione, i sintomi indicatori di altri disturbi devono poter essere considerati ed esclusi in fase di valutazione.
Il tasso di comorbilità tra disturbo di insonnia e psicopatologia è molto elevato: più del 75%  dei pazienti psichiatrici lamenta disturbi del sonno e il 35% dei pazienti con insonnia primaria raggiunge i criteri definitori di una condizione psicopatologica.
La diagnosi di insonnia secondaria può essere applicata solo quando l’altro disturbo è sufficientemente grave o preoccupante da richiedere un’attenzione clinica indipendente. In tutti gli altri casi, conviene adottare una prospettiva correlazionale e valutare sul piano clinico quale disturbo del sonno o medico/psicopatologico risulti predominante.
Le condizioni caratterizzate da difficoltà di inizio e mantenimento del sonno sono:
- malattie mediche: dolore cronico o acuto, malattie respiratorie, ipertiroidismo, epilessia, disturbo di Parkinson, disturbo di Alzheimer, malattie renali;
- malattie psichiatriche: Depressione Maggiore, Disturbo di ansia generalizzato, Attacchi di Panico, Disturbo bipolare, Demenza;
- effetti acuti di sostanze: alcol, anfetamine, antidepressivi, diuretici;
- effetti di dismissione di sostanze: alcol, benzodiazepine, barbiturici;
- ambiente inadatto al sonno: rumore, luce, letto scomodo;
- abitudini inadatte al sonno: sonnellini, ritmi sonno-veglia irregolari;
- fattori situazionali: stress, lutti, ambiente di sonno non familiare, jet lag.

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