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La crisi economica: il caso della Grecia

Gli USA sono entrati in un periodo di crisi creditizia dovuto alla bolla immobiliare, ma anche da un valore del dollaro molto basso rispetto all’euro. Il sistema è poi collassato determinando il fallimento di banche e società finanziarie e causando, inoltre, una forte riduzione della capacità di risparmio e di consumo della popolazione.
La situazione negli USA si è ovviamente ripercossa anche in Europa causando un generale crollo dei valori in borsa e anche situazioni di criticità per gran parte delle banche europee tanto che l’Ecofin, organismo del consiglio europeo formato da tutti i ministri dell’economia, nell’ottobre 2008, ha stabilito una protezione sui depositi bancari fino a 50 mila euro (in Italia fino a 103.000 euro).
La crisi in Europa al momento si è fatta sentire soprattutto in Grecia causando addirittura un rischio default per lo stato ellenico. La Grecia ha sofferto più di tutti i paesi membri la crisi mondiale in quanto era già carente di alcuni parametri sanciti a Maastricht quali il livello di debito pubblico seguito anche da una forte disoccupazione.
Una spesa pubblica fuori controllo ha creato le condizioni per una nuova “Argentina”, anche se, grazie all’intervento dell’UE, tale rischio è stato sventato in quanto, in cambio di un prestito per far fronte agli impegni, la Grecia è stata obbligata a varare un piano di risanamento che sulla carta dovrebbe portare il governo greco a ripianare i conti nei prossimi anni.

Small Business Act

Dando seguito a questo progetto ideato dalla Commissione Europea, il Ministero dello Sviluppo Economico ha intrapreso una serie di misure a sostegno delle piccole e medie imprese, allo scopo di incentivare lo sviluppo e l’occupazione di questo settore.
Con lo Small Business Act la Commissione tende a realizzare una corsia preferenziale per le Pmi, ponendo al primo posto della politica comunitaria gli interventi necessari alla loro valorizzazione.

Direttiva Servizi

Per creare un vero mercato interno dei servizi per il 2010, la direttiva "servizi" mira ad agevolare la libertà di stabilimento dei prestatori di servizi in altri Stati membri e la libertà di prestazione di servizi tra gli Stati membri. Questa direttiva mira altresì ad allargare la scelta offerta ai destinatari dei servizi e a migliorare la qualità dei servizi per i consumatori e per le imprese utenti di servizi. Il servizio è inteso come una qualsiasi attività economica non salariata fornita dietro retribuzione.
Questa direttiva rientra nel quadro della "strategia di Lisbona" e propone quattro obiettivi principali in vista della realizzazione di un mercato interno dei servizi:
- facilitare la libertà di stabilimento e la libertà di prestazione di servizi nell'UE;
- rafforzare i diritti dei destinatari dei servizi in quanto utenti di tali servizi;
- promuovere la qualità dei servizi;
- stabilire una cooperazione amministrativa effettiva tra gli Stati membri.
La presente direttiva stabilisce un quadro giuridico generale favorevole all'esercizio della libertà di stabilimento dei prestatori di servizi nonché della libera circolazione dei servizi, garantendo nel contempo un livello di qualità elevato per i servizi.
Inoltre parte importante della Direttiva Servizi riguarda la semplificazione amministrativa e la riduzione delle formalità per accedere ad una attività di servizi.

Paesi BRIC

E’ un acronimo per indicare congiuntamente il Brasile, la Russia, l’India e la Cina. Tali paesi sono caratterizzati da un immenso territorio, da una elevata popolazione, da abbondanti risorse naturali, ma soprattutto da una forte crescita del PIL e della quota di commercio mondiale. Paesi dunque dove si rivolgono molti sforzi di internazionalizzazione da parte delle imprese che intendono estendere i loro mercati di sbocco.

Tratto da MARKETING INTERNAZIONALE di Valerio Morelli
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