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Riflessioni conclusive sull'errore medico


In una professione definita ad alto rischio è ovviamente necessario un intervento di tutela da parte dell'ordinamento giuridico. Tale intervento dovrà essere svolto a scongiurare che la paura dell'eventualità dell'errore e delle sue conseguenze a carico del professionista e della struttura di appartenenza possa in qualche modo interferire con l'operato di questi. La stessa tutela deve avvenire per il paziente
Quello che si chiede oggi alle organizzazioni sanitarie ed ai manager che le gestiscono è un atteggiamento di tipo proattivo, volto all'agire in senso preventivo, prima del verificarsi degli incidenti, superando così quel generale atteggiamento di chiusura che sembra caratterizzare l'opera di professionisti ed organizzazioni sanitarie, secondo l'ottica di quella che oggi viene definita la “medicina difensiva”.
In questa ottica il contenzioso può essere visto in senso positivo, come un momento di riflessione e di crescita per l'organizzazione sanitaria, considerandolo come fenomeno multidimensionale.
La delicata e controversa situazione della sanità in Italia, ma non solo, è la conseguenza di diversi fattori, che vanno dalla inadeguata (soprattutto dal punto di vista comunicativo e psico-sociale) formazione di base dei professionisti, alla mancanza di personale, alla inadeguatezza dei compensi, alla drastica riduzione dei costi, alla mancanza di risorse, fino allo stato di degrado di alcune strutture sanitarie.
Soltanto una gestione integrata e consapevole del rischio sanitario che coinvolga la struttura, i professionisti che in essa operano e i cittadini, può portare ad una effettiva riduzione delle cause che conducono agli errori quanto meno evitabili in ambito medico-sanitario, fermo restando l'esistenza di un'area di incertezza e di rischio che da sempre caratterizza la natura stessa dell'arte medica.

Tratto da MANUALE DI SOCIOLOGIA DELLA SALUTE di Angela Tiano
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