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Funzione di produzione


Serve a rappresentare il sistema produttivo, dato che il metodo delle interdipendenze strutturali è difficoltoso. È una f matematica che consente di determinare il max output data una quantità di input; all’aumentare degli input, l’output cresce o rimane immutato (non decresce); ogni data quantità di bene (output) può essere prodotta con diverse combinazioni di fattori produttivi (tecniche).
La funzione di produzione rappresenta inoltre la dinamica del cambiamento tecnologico, cioè il processo attraverso il quale una nuova tecnologia rimpiazza una vecchia; Modello di Salter: nuove conoscenze conducono a nuove funzioni di produzione, ognuna migliore della precedente (ossia meno input per produrre un certo output); si tratta del progresso tecnico.
Il rapporto tra il singolo input e output prende il nome di “coefficiente tecnico”, che può essere fisso (esiste una sola tecnica di produzione, con rischi di input in eccesso o scarsi (che limiterebbero l’output) e variabile.
Il rapporto tra input impiegati e output ottenuti prende il nome di “coefficiente di rendimento” del processo produttivo, con 3 possibilità: crescenti (economie di scala), decrescenti e costanti.
Il progresso tecnico può essere determinato da:  impiego di nuove materie prime e/o nuovo processo produttivo, ampliamento del mercato, nuova organizzazione del lavoro e della produzione.
Economie di scala e progresso tecnico sono concetti strettamente interconnessi: economie di scala si verificano a volte (e in parte) in presenza di progresso tecnico, che a sua volta viene favorito da rendimenti crescenti. Effetti simili al progresso tecnico si hanno nel learning by doing (apprendimento attraverso l’esperienza).

Tratto da TECNOLOGIA, PRODUZIONE E INNOVAZIONE di Moreno Marcucci
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