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La camera oscura e il realismo delle arti plastiche


Secondo la prospettiva sociologica descritta nel precedente paragrafo sia la fotografia che il cinema sono una risposta abbastanza naturale alla crisi tecnica e spirituale della pittura moderna.
Il cinema non sarebbe altro che l’evoluzione plastica più compiuta di quel realismo rinascimentale che ha trovato la massima espressione nella pittura barocca. L’introduzione della prospettiva come sistema scientifico (Leonardo anticipa in qualche modo la camera oscura di Niepce) scardina i sistemi classici di rappresentazione con mezzi autonomi che avevano preservato un sostanziale equilibrio tra simbolismo e realismo formale a favore di un’imitazione completa del mondo esterno.
La pittura giunge così ad un bivio: da una parte l’aspirazione estetica, spirituale, tramite la rappresentazione di un modello trasceso dal simbolismo delle forme e dall’altra l’aspirazione psicologica, più propriamente tecnica e tesa ad una sostituzione del mondo con il suo doppio riprodotto. Questo bisogno d’illusione ha in qualche modo divorato la pittura, torturata dall’immobilità dell’istante, condanna che di certo la prospettiva non avrebbe potuto redimere.

Tratto da ONTOLOGIA DELL'IMMAGINE FOTOGRAFICA di Nando Dessena
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