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La prima telefonata in psicoterapia


Rappresenta il momento iniziale in cui il problema viene presentato a una persona competente, alla quale si chiede una soluzione.    
Il tempo concesso a chi telefona per prendere un appuntamento è più limitato rispetto a quello di cui egli può disporre in altre circostanze; la necessità di esporre  nelle sue linee generali il problema gli offre spesso la possibilità di introdurre argomenti e prendersi uno spazio che gli sarebbero negati in seduta. A tal riguardo è determinante l’atteggiamento del terapeuta che può concorrere a estendere o contenere il tempo della conversazione.    
Chi chiama si trova nella necessità di anticipare in parte quali saranno gli elementi che il terapeuta desidera maggiormente conoscere e quali gli elementi che potranno aiutarlo a stabilire una buona relazione con lui. Egli acquista la funzione di intermediario della famiglia e di garante dei suoi equilibri nei confronti del terapeuta, al quale viene portata una proposta di relazione; nello stesso tempo si trova nella condizione di effettuare nei suoi confronti dei tentativi di alleanza o di disimpegno che gli consentano, rispettivamente di acquisire una posizione di vantaggio nelle relazioni familiari o un aiuto per migliorarle o, viceversa, di mantenere determinati equilibri e vantaggi acquisiti.    
Il terapeuta si trova di fronte al compito di accogliere la domanda, e di esplorarne preliminarmente alcuni possibili significati, o di rifiutarla; egli comincia a costruire ipotesi triangolari e a tradurle in domande che tentano di ampliare gli elementi portati dall’interlocutore o di introdurvi proposte di nuove connessioni.    
Per fare questo è indispensabile che egli riesca a stabilire un legame con gli aspetti più significativi delle relazioni familiari, quelli di più alto contenuto emotivo, in grado di sollecitare il desiderio di una prosecuzione del rapporto terapeutico, in seguito alla sensazione che siano stati toccati punti importanti.    
E’ importante creare connessioni tra gli elementi forniti da chi chiama e quelli che il terapeuta percepisce come vuoti informativi, sulla base delle sue passate esperienze o sulla base dei dissonanze emotive da lui percepite.    
Nella prima telefonata si abbozza cosi lo scenario del futuro rapporto terapeutico, si creano aspettative di alleanza e bisogni di dipendenza, tanto più forti quanto più forti sono stati gli stimoli emotivi legati alle immagini evocate nel dialogo.   

Tratto da TEMPO E MITO IN PSICOTERAPIA FAMILIARE di Antonino Cascione
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