Skip to content

La narratività dell'immagine cinematografica




Queste due posizioni sono al centro di due paradigmi influenti della ricerca teorica sul cinema, se si pensa al risalto che ha avuto la narratologia negli studi degli ultimi quindici anni e al fatto che il modello greimasiano fa spesso riferimento al dibattito sull’enunciazione cinematografica; contro di esse si è sviluppata negli ultimi anni una sorta di reazione che tende a metterne in evidenza i limiti, sottoponendo a revisione l’idea stessa di narrazione cinematografica.
Si può dire che in quest’ambito viene attribuito all’immagine cinematografica, almeno rispetto a quel caso particolare che è il cinema delle origini, uno statuto presentazionale piuttosto che narrativo; ciò significa che il ruolo dell’immagine cinematografica è quello di apparire, di darsi a vedere, e la sua funzione specifica risiede nel creare una sorta di spettacolo della visione essenzialmente prenarrativo o antinarrativo: in questo caso viene negato il rapporto di implicazione tra l’enunciato 1) e 2), e l’effetto specifico e implicato del darsi a vedere delle immagini consiste nella particolare forma di visione spettacolare che il cinema crea, piuttosto che nelle sue valenze narrative.
Questa posizione va però valutata anche nel suo valore euristico e praticamente operativo; sembrano allora porsi due possibilità, non necessariamente alternative:
a) ci si attesta sulla constatazione fenomenologica dell’effetto di fascinazione prodotto dalle immagini cinematografiche e/o si pensa ad una sorta di narratologia alternativa che assume tale effetto come valore posto in gioco dal testo. In ogni caso questo momento doppiamente aurorale – della storia del cinema e della percezione – di fascinazione delle immagini nel loro statuto presentazionale rimane nella sostanza un postulato, un dato primo dell’esperienza cinematografica, non sottoposto ad analisi ulteriore.
b) si collocano l’analisi e la spiegazione dello statuto spettacolare dell’immagine cinematografica fuori dal testo: una semiotica interpretativa farà dunque ricorso alla nozione di codici culturali e di enciclopedia, mentre quegli studiosi, soprattutto anglosassoni, che si muovono tra analisi del testo e storia sociale e che fanno riferimento più o meno esplicito ai cultural studies e alla reception theory, cercheranno di ricostruire uno spettatore storicamente situato e socialmente determinato che renda conto degli effetti prodotti dallo spettacolo cinematografico. In ogni caso, la narrazione, cancellata dal testo, riappare fuori di esso, nei dati contestuali, nelle determinazioni sociali, culturali, ideologiche, sessuali, alla fine della Storia.


Tratto da SEMIOTICA DEI MEDIA di Nicola Giuseppe Scelsi
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.