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L’equazione demografica


Il numero di nascite e di decessi all’interno della popolazione di una regione indicano solo una parte del cambiamento demografico. La migrazione comporta lo spostamento a lunga distanza di individui da un luogo a un altro. Quando tale spostamento ha luogo fra confini di entità politiche diverse, esso incide sulla struttura demografica delle giurisdizioni sia di origine che di destinazione. L’equazione demografica sintetizza il contributo apportato alla variazione demografica regionale nel corso del tempo dalla combinazione di cambiamento naturale (differenza tra nascite e morti) e migrazione netta (differenza tra immigrazione ed emigrazione).
Tra le parti del mondo generalmente favorevoli all’insediamento, quattro aree contengono consistenti raggruppamenti di popolazione: l’Asia orientale, l’Asia meridionale, l’Europa, il Nord-Est degli Stati Uniti/Sud-Est del Canada. La zona dell’Asia orientale, che comprende il Giappone, la Cina, Taiwan, e la Corea del Sud, rappresenta il raggruppamento più ampio sia per superficie che per numero di abitanti. La Cina da sola racchiude un quinto degli abitanti del mondo.
Il termine ecumene designa aree permanentemente abitate dalla superficie terrestre. Gli antichi greci usavano questa parola, derivante dal verbo “abitare”, per descrivere il loro mondo conosciuto, situato tra terre che ritenevano disabitate. Sia le tecnologie antiche che moderne hanno poi reso abitabili zone proibitive. L’anecumene, ossia la zona disabitata o scarsamente abitata, comprende l’Artide e l’Antartide.

Tratto da I CONCETTI CHIAVE DELLA GEOGRAFIA di Gabriella Galbiati
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