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Complessità e pedagogia della ragione

 
Il 900 è stato contrassegnato da Darwin, Freud e Taylor. Con Darwin la specie umana perde la sua centralità nell'universo. Con Freud è la ragione a perdere la sua centralità con la scoperta di altre dimensioni. Con Taylor, infine, è l'uomo bianco (la sua lingua e la sua cultura) a perdere centralità rispetto alla molteplicità dei popoli che abitano la terra. La scoperta dell'altro, con il suo diritto alla differenza, comporta il riconoscimento di pari opportunità e uguaglianza in tutti gli ambiti della vita personale e sociale, per tutti gli uomini, le donne e le loro culture, indipendentemente dal colore della pelle, dalle lingue e dalle tradizioni, dalle fedi e dai valori.
Questi tre grandi ribaltamenti di prospettive, influenzano concezioni di vita e sistemi di pensiero. Si affermano i concetti di pluralità e differenza, di cambiamento e di complessità delle forme di vita, delle forme di pensiero, delle società e delle culture.
Il decentramento operato dalla rivoluzione evoluzionista, psicoanalitica ed etno – antropologica coinvolge la struttura poetica e narrativa, il teatro , il cinema, la pittura, e le arti plastiche, la musica, le forme dell'abbigliamento. Tali contaminazioni, rompendo schemi irrigiditi e ripetitivi, componendo ritmi, forme e colori, danno luogo a modalità espressive e comunicative profondamente ristrutturate.
La pedagogia acquisisce, in tal modo, la consapevolezza del carattere inquieto e incompiuto,
critico e problematico del proprio assetto disciplinare. Dall'altra parte e contemporaneamente, la pedagogia assume su di sé l'impegno etico ed emancipativi al riconoscimento, al rispetto e alla valorizzazione delle differenze, attraverso una formazione multidimensionale in cui collegare creativamente ragione e immaginazione.

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