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UNA VALUTAZIONE SINTETICA: SUSSIDIARIETÀ, CONSUMI E MERCATO

Una Valutazione Sintetica: Sussidiarietà, Consumi e Mercato


Tracciamo ora una valutazione sul rapporto intercorrente tra sussidiarietà, consumi e mercato.
Per sussidiarietà si intende l’impegno dei diversi attori sociali nella definizione delle soluzioni ai problemi socio-economici; è legato allo sviluppo dell’UE e precisamente al periodo che va dagli anni ‘80 a oggi: in questo periodo avviene difatti il riconoscimento della difficoltà di risolvere i problemi socio-economici con un semplice intervento statale, di tipo governativo. Ciò porta alla valorizzazione della collaborazione delle diverse forze sociali tanto in sede di elaborazione delle soluzioni, quanto nella fase di intervento: serve un’azione congiunta delle quattro sfere che compongono la società per arrivare alla soluzione dei problemi socio-economici; queste quattro sfere sono:
- Stato (il governo);
- mercato (il sistema imprenditoriale e gli attori economici);
- privato-sociale (forme di collaborazione, di solidarietà legate all’autorganizzazione 
dei cittadini);
- reti di prossimità (le famiglie, i legami di amicizia e il vicinato).
Quando si parla di sussidiarietà si fa così riferimento all’unione, alla collaborazione che emerge tra i diversi attori della società in vista della soluzione dei problemi. Tale risoluzione non viene così più attribuita come compito al solo Stato, ma si deve lavorare congiuntamente.
Ciò vale anche per la regolazione dei consumi: la regolazione non è solo più normativa, ma è una regolazione per via sussidiaria.
La regolazione dei consumi fa parte di una più complessiva regolazione del mercato.
Per alcune tipologie di beni il mercato non viene considerato un meccanismo allocativo adeguato.
Es. beni meritevoli
-lavaggio delle preferenze dei consumatori
(= attribuzione allo stato della decisione di che cosa produrre/ consumare)
Il problema della regolazione del mercato nasce dalla considerazione che, per alcune tipologie di beni, il mercato non è uno strumento efficiente di allocazione, che consente di raggiungere risultati adeguati, soddisfacenti di distribuzione.
Un esempio tipico è quello dei beni meritevoli: in un regime di mercato libero nessuno è interessato a produrre quei beni che, pur essendo di forte utilità, hanno quote di mercato molto piccole, o comunque margini di profitto molto ridotti (esempio dei beni eco-compatibili: finché il numero dei consumatori per questo prodotto è scarso, è poco conveniente per le imprese rispondere a questa domanda, e così il mercato non è un meccanismo allocativo adeguato).
Si sviluppa un sistema di regolazione dei consumi che in alcuni casi genera un vero e proprio lavaggio delle preferenze dei consumatori, in quanto attribuisce allo Stato la competenza di decidere tanto le modalità di produzione, quanto quelle di consumo (se un prodotto viene venduto per via amministrativa da un’unica società ai consumatori, si è in una situazione di lavaggio delle preferenze, in cui non posso scegliere con chi abbonarmi al telefono, a quali condizioni consumare, perché il bene è strettamente pubblico; è un caso di regolazione coercitiva del mercato).
MERCATO = area ad alta complessità di partecipazione e rappresentanza dei diversi interessi che in esso operano.
REGOLAZIONE DEI CONSUMI = esito del fecondo intreccio tra Costituzione Italiana e ordinamento comunitario.
La sua finalità è quella di sostenere l’internalizzazione di variabili (di costi) che gli attori non avrebbero interesse a considerare.
Il mercato ha lo scopo di consentire la partecipazione e soprattutto la rappresentanza dei diversi interessi; il mercato funziona come un luogo che favorisce l’incontro tra soggetti che hanno tra loro differenti interessi.
Si parla di regolazione dei consumi come un risultato di un intreccio positivo fra due interventi normativi: la Costituzione Italiana e il diritto comunitario; punta a sostenere l’internalizzazione di quei costi che possono essere evitati, esternalizzati caricandoli su altri soggetti: costi tipici ad esempio sono quelli legati all’ambiente, al lavoro…sono costi che gli attori del mercato non avrebbero alcun interesse a sostenere (difatti si assiste alla localizzazione selvaggia).
L’ordinamento giuridico svolge un ruolo maieutico:
= produrre l’assetto solidaristico che rende il mercato sostenibile e sussidiabile perché esplicita l’interdipendenza degli interessi.
Il mercato non gode infatti di una garanzia di autonomia perché:
-i rapporti di mercato sono interessati da asimmetria;
-esiste una limitata presenza di formazioni sociali.
REGOLAZIONE = forma di governance diretta a radicare le nuove sensibilità etiche
L’ordinamento giuridico incentiva e guida lo sviluppo di un aspetto solidaristico che renda appunto il mercato non solo sostenibile, ma anche aperto alla costruzione di risposte sussidiarie; difatti rende evidente quella che è l’interdipendenza degli interessi (cioè come consumatore, produttore e distributore possono avere interessi comuni dall’assicurare la sicurezza dei prodotti).
Tale interdipendenza non è di per sé autoevidente nel mercato, perché nel mercato spesso i rapporti tra attori sono interessati da pesanti lacune informative, non tutti gli attori hanno a disposizione lo stesso contenuto di conoscenza, perché nel mercato esiste un limitato interesse e capacità di associarsi per la tutela dei propri interessi.

Ciò impedisce al mercato di funzionare correttamente, come previsto dal modello della mano invisibile.
Di conseguenza arriviamo a dire che la regolazione altro non è che una forma di governance diretta a radicare nel mercato una pluralità di sensibilità di natura etica.
Per governance non si intende un’azione impositiva calata dall’alto, bensì un intervento concertato, condiviso che nasce dalla collaborazione fra gli attori del mercato.
Parlare di governance ci porta a distinguere due modelli di regolazione:
- il modello della società moderna;
- il modello della società post-moderna.

Tratto da SOCIOLOGIA DEI PROCESSI ECONOMICI di Andrea Balla
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