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Periodo d’imposta e imputazione dei componenti di reddito


Il reddito assume rilievo come reddito di un determinato periodo di tempo, che è tecnicamente denominato “periodo di imposta”.
Per le persone fisiche, il periodo di imposta è l’anno solare; per le società, l’esercizio sociale.
Ciascun periodo d’imposta ha autonoma rilevanza, sia sul piano sostanziale, sia sul piano formale: ad ogni periodo di imposta corrisponde un’obbligazione tributaria autonoma e si correlano una molteplicità di obblighi formali e sostanziali.
Poiché gli eventi economici da cui scaturisce il reddito possono interessare più periodi di imposta, il legislatore pone regole precise in materia di imputazione temporale dei componenti (positivi e negativi) reddituali.
Per la maggior parte dei redditi vale il “principio di cassa”; ciò vuol dire che, ai fini dell’imputazione al periodo di imposta, rileva il momento in cui il reddito è percepito; per i redditi di impresa vige invece il “principio di competenza economica”, in forza del quale costi e proventi hanno rilievo nel periodo di imposta di maturazione.
La regola per cui ogni periodo di imposta è autonomo non significa che, nel determinare la base imponibile, si debba tener conto solo dei fatti di quel periodo.
Per determinare quest’ultima, può essere necessario tenere conto di fatti avvenuti in altri periodi, che interessano più periodi di imposta.

Tratto da CONCETTI SUL DIRITTO TRIBUTARIO E SULL'IVA di Stefano Civitelli
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