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Il livello fonologico della lingua

Il livello fonologico della lingua


Consideriamo il livello fonologico. L’apparato fonatorio di tutti gli esseri umani è anatomicamente simile e la produzione dei suoni potrebbe essere simile. Si è dimostrato, tuttavia, che di rado due parlanti producono la stessa gamma di suoni. Ciascun parlante, inoltre, difficilmente pronuncia un suono allo stesso modo due volte di seguito. Ancora più forti sono le differenze che si riscontrano nel modo in cui le singole lingue organizzano il loro sistema di suoni.

La rappresentazione ortografica, d’altra parte, non può costituire una base di riferimento poiché non fornisce una rappresentazione univoca dei suoni. Le vocali sono generalmente descritte e classificate facendo riferimento a tre dimensioni: apertura/chiusura, con riferimento all’altezza del vertice della lingua nei confronti del palato; anteriorità/posteriorità; arrotondamento/non arrotondamento.

I punti estremi dell’articolazione vocalica sono dati da: [i] massimo di anteriorità, minimo di apertura; [u] massimo di posteriorità, minimo di apertura; [a] massimo di anteriorità, massimo di apertura; [ ] massimo di posteriorità, massimo di apertura. I punti identificati come estremi non ricorrono tutti nella rappresentazione del vocalismo italiano, che si configura come una figura triangolare e non trapezoidale per la mancanza dell’opposizione di [a] [ ].

In contesto di sillaba tonica, l’italiano presenta tre vocali anteriori [i, e, ], tre vocali posteriori [ , o, u] e una vocale centrale [a]. In un contesto di sillaba atona presenta cinque vocali.

Se consideriamo le vocali dell’italiano standard nella rappresentazione data e operiamo un’analisi comparata fra i suoni dell’italiano e i suoni vocalici ricorrenti in alcune lingue europee, osserviamo che, anche si può supporre che i movimenti articolatori siano simili in gruppi di parlanti italiani, inglesi e francesi, il parlante italiano raggruppa la gamma di movimenti intorno a due centri motorio-percettivi, mentre il parlante inglese li divide in tre gruppi. In italiano, inoltre, a differenza dell’inglese, la lunghezza vocalica non è un tratto distintivo.

Tratto da INTRODUZIONE ALLA LINGUISTICA APPLICATA di Domenico Valenza
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