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La nascita del Sistema monetario europeo


La creazione del Sistema Monetario Europeo può essere interpretata come il tentativo di rovesciare il processo di instabilità monetaria all'interno dell'area comunitaria e come atto teso alla realizzazione di una zona di stabilità dei tassi di cambio tra i paesi membri.
Per quanto riguarda la struttura tecnico operativa dello SME, essa presenta le seguenti principali caratteristiche: l'ECU e le sue funzioni; i meccanismi di cambio e di intervento; gli schemi creditizi.
Tale istituto mira in realtà ad accelerare, anziché ad impedire, gli aggiustamenti dei cambi che sono ritenuti intevitabili.
Dalla struttura operativa dello Sme emerono significative caratteristiche, che conferiscono al modello un certo grado di flessibilità. Anzitutto, lo schema prevede una banda di oscillazione più ampia per quei paesi la cui situazione economica e tale da non consentire il mantenimento del tasso di cambio entro i limiti ristretti di fluttuazione. In secondo luogo, risulta possibile procedere ad una revisione periodica dei tassi centrali, da effettuare in base a decisioni assunte in sede collegiale e quindi da concordare secondo una procedura che implica la partecipazione e l'accordo di tutti i paesi membri. Il terzo aspetto positivo riflette l'incremento delle linee di credito concesse dalle bance centrali e dagli organi comunitari, come sostegno delle parità e quindi per far fronte a difficoltà della bilancia dei pagamenti.
Lo Sme tuttavia non risolva appieno la questione della asimmetria degli obblighi di intervento e di aggiustamento delle parità. Non esistono meccanismi capaci di imporre al paese a moneta forte l'adozione di misure economiche di tipo espansivo, al fine di evitare l'accumulo di riserve mediante lo stimolo della domanda interna. Al contrario, il paese divergente verso il basso dovrà subire una diminuzione delle riserve cui farà seguito un'azione deflazionistica a danno dello sviluppo del reddito e dell'occupazione. Cosicchè sarà il paese a moneta debole a dover sopportare il costo del riequilibrio.
Il sistema dello SME non tiene con dovuta considerazione le problematiche relative ai diversi saggi di crescita, ai differenziali inflazionistici e alle differenze esigenze espresse dai vari paesi. In aggiunta, l'asimmetria trova giustificazione nel fatto che gli interventi in monete comunitarie risultano obbligatori solo laddove le quotazioni raggiungono i limiti di oscillazione.
La Germania svolge un ruolo chiave all'interno dello SME: il marco occupa una posizione di grande prestigio al suo interno, di netto predominio nei confronti della altre valute europee.
La stabilità dei prezzi all'interno e l'elevato tasso di competitività all'esterno costituiscono i punti salienti della strategia tedesca in materia di tassi di cambio e di politica monetaria.

Tratto da POLITICA ECONOMICA di Alessandro Remigio
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