Skip to content

L’intervento pubblico quale strumento per ottimizzare i livelli di informazione


Nel paragrafo precedente si è mostrato come il punto di equilibrio fra costo dell’informazione, utilità e rischio percepito possa essere compromesso da una variazione improvvisa dello stato dell’economia. Una volta perso il punto di equilibrio non è detto che esso si ripristini autonomamente, e ciò accade nonostante i soggetti reagiscano al nuovo stato di incertezza acquisendo nuove informazioni. Affinchè le reazioni dei soggetti producano gli effetti positivi teorizzati dall’economia dell’informazione occorre che si verifichino alcune condizioni che vanno al di là di quelle due (incertezza e avversione al rischio): possibilità e volontà dei soggetti di acquisire informazioni.
L’acquisizione delle informazioni comporta un costo e questo, deve essere confrontato con i vantaggi ad esso associati.
Il problema è che difficilmente detto costo può essere compensato dall’utilità e dalla riduzione del rischio. Queste ultime sono grandezze che afferiscono sia sui singoli mercati sui cui agisce il soggetto, per cui maggiori informazioni sono dirette a conseguire entrambi gli effetti utilità e rischio percepito, sia all’intero sistema, per l’effetto rischi percepito. Quando l’incertezza è particolarmente elevata ed è dovuta al sistema, il costo a cui va incontro il soggetto non è compensato dal vantaggio che può trarne. Questa situazione produce problemi di inefficienza di mercato, dannosi per l’intero sistema oltre che per il singolo soggetto.
Una possibile soluzione a tale problema è che l’operatore pubblico tratti l’informazione come una pubblica risorsa e la adotti come strumento di intervento.
Una seconda soluzione prevede che l’intervento esterno sia mirato a raggiungere entrambi gli obbiettivi consistenti nel valorizzare le informazioni di cui i soggetti già dispongono e nel ridurre l’esigenza. Ciò può essere ottenuto attraverso un intervento stabilizzante nel caso in cui il sistema attraversi una fase di shock causata da un’improvvisa perturbazione economica.
In detto approccio si ipotizza che le informazioni siano un bene privato e che quindi i soggetti ne sostengano individualmente i relativi costi. I vantaggi conseguiti dai singoli in seguito all’intervento pubblico sono individuabili nella minimizzazione del rischio e nella massimizzazione dell’utilità rispetto a detti costi.
Nel grafico 5 ipotizzando che nel sistema economico esista sempre un seppur minimo livello di informazione - non è infatti pensabile trovarsi in condizione di incertezza assoluta – introduciamo la funzione R = f (e) con e superiore o uguale al livello minimo di informazione privata epo.
Introduciamo la funzione del rischio R = f (epo, γ). Quest’ultima misura il rischi rispetto all’intervento pubblico e ad un livello minimo è costante di informazione privata epo. La curva R ( epo, γ) è posizionata più in basso di quella R (e) poiché l’intervento pubblico ha maggior efficacia nel ridurre il rischio rispetto all’informazione privata cosi come mostrato nel grafico 5.

Ipotizzando che nel sistema economico esista sempre un seppur minimo livello d’informazione, introduciamo la funzione R = f(e) con e >= epo (livello minimo di informazione privata).
R = f(epo,γ) -> rischio rispetto all’intervento pubblico e a un livello minimo costante di informazione privata epo.
Questa funzione è più in basso rispetto a quella R(e) poiché l’intervento pubblico ha maggiore efficacia rispetto all’informazione privata di ridurre il rischio.

Tratto da INFORMAZIONE, ASPETTATIVE, INCERTEZZA di Alessia Chiovaro
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.