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Giovanni Antonio Magini, cartografo italiano

Il più grande cartografo italiano della seconda metà del Cinquecento fu il Magini, nato a Padova nel 1555, si dedicò a studi di astronomia, pubblicò molti trattati e fu professore di Astronomia a Bologna, dove morì nel 1617. Ebbe fama di astrologo, perché spesso elaborava responsi e oroscopi, era in rapporti con astronomi e matematici del suo tempo, come Keplero, e con cartografi, come Mercatore e Ortelio. La sua opera più importante è l'Italia, pubblicata postuma dal figlio quindicenne nel 1620. Prima di dedicarsi a quest'opera, il Magini aveva curato un'edizione di Tolomeo in latino, dove compaiono 37 tabulae novae commentate dal Magini, come pure sono suoi i Commentarii e le Annotationes al primo degli 8 libri dell'opera di Tolomeo. 
L'Italia comprende 61 tavole geografiche incise su rame accompagnate da un commento di 24 pagine, che rivela da parte dell'autore una conoscenza assai approfondita di tutto il materiale cartografico pubblicato fino al suo tempo, e dimostra che elgi consultò anche materiali che non erano mai stati utilizzati da altri per la stampa. Curò molto l'inquadramento di ciascuna carta con quelle dei territori confinanti, ricorrendo spesso a modifiche e alterazioni, soprattutto per quanto attiene alle distanze: in questo modo riuscì a costruire una carta d'insieme dell'Italia, pubblicata nel 1608, dove gli elementi astronomici corrispondono a quelli delle carte parziali pubblicate nell'atlante del 1620. Questa carta è la più grande mai pubblicata fino ad allora: ha una scala compresa tra 1:1.250.000 e 1:1.300.000. Il contorno della penisola è molto accurato: gli errori riguardano soprattutto il rigonfiamento della parte centrale, in confronto alla parte meridionale; la direzione dell'asse è troppo spostata verso ESE, e inesatto è il disegno della Sardegna; la raffigurazione del rilievo è un po'migliorata; l'idrografia è sufficientemente buona e i centri abitati sono indicati con discreta approsimazione e distinti in 4 categorie o classi di importanza; le proiezioni usate sono quelle a maglie rettangolari e quelle a maglie trapezoidali. L'opera ebbe una grande fortuna in Italia e all'estero, molte furono le contraffazioni, agevolate dal fatto che non riuscì mai ad ottenere il privilegio imperiale. Altre volte le carte furono elaborate, anche in peggio, come nel caso di Matteo Greuter.

Tratto da CARTOGRAFIA E TERRITORIO NEI SECOLI di Elisabetta Pintus
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