Skip to content

Approccio ateorico del DSM


Con l'evolversi delle conoscenze in campo psicopatologico, si è affermata una certa cautela rispetto alla possibilità di identificare un singolo significato psicopatologico dietro le manifestazioni dei diversi quadri sindromici. Questa cautela si è tradotta in un'impostazione che identifica le diverse entità diagnostiche indipendentemente dall'indagine del processo eziopatogenetico che le determina. Il DSM, dalla III edizione in poi, si attiene a criteri diagnostici neutrali rispetto a ipotesi teoriche sull'origine e lo sviluppo delle malattie.
Scelta di criteri comportamentali
L'enfasi sul problema statistico dell'attendibilità ha condotto ad un'altra scelta di campo fondamentale: il tentativo di ridurre il livello di inferenza soggettiva del clinico viene perseguito facendo affidamento su criteri descrittivi che siano il più possibile operazionalizzati, cioè privi di connotazioni relative all'esperienza interiore del paziente o del clinico. Le descrizioni dei diversi quadri diagnostici a partire dal DSM III privilegiano dunque le descrizioni comportamentali.

Tratto da LA DIAGNOSI IN PSICOLOGIA CLINICA di Salvatore D'angelo
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.