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Dalla ricerca alla ricerca azione nella prospettiva lewiniana

Dalla ricerca alla ricerca azione nella prospettiva lewiniana

Lewin rifonda l’indagine scientifica in psicologia basandosi su un’ottica dinamica che analizza le situazioni a livello di interdipendenza dei fattori che vi agiscono. Vuole superare la visione meccanicistica legata al concetto di causalità lineare. propone una concezione dinamica galileiana per la quale la situazione ambientale assume importanza pari a quella dell’oggetto. 
I problemi sociali reali vanno studiati nel loro contesto, affiancando all’esperimento tradizionale un nuovo approccio che analizza l’insieme delle situazioni formate dai FATTORI SOGGETTIVI e SOCIALI. Per Lewin la separazione tra teoria e pratica, prodotta dall’applicazione del paradigma positivista alle scienze sociali, costituisce un problema tale separazione comporta anche quella tra ricerca teorica ed applicata, che attribuisce alla prima il compito di svolgere esperimenti scientifici designati a risolvere problemi teorici, e identifica la “psicologia applicata” con un procedimento scientificamente poco consistente, anche se gli si può riconoscere un certo valore pratico. In seguito a tutto ciò, la “psicologia scientifica” interessata ai problemi teorici è sempre più lontana dai problemi dell’esistenza reale. 
Lewin sviluppa quindi un modello di ricerca atto ad introdurre nel quadro della psicologia sociale, esperienze organizzate nell’ambito della vita reale. 
Invece di studiare una singola variabile entro un complesso sistema, l’intero sistema viene studiato nel suo ambiente naturale. Si concretizza così un metodo d’indagine definito da French, allievo di Lewin, ESPERIMENTO SUL CAMPO. Si differenzia dallo STUDIO SUL CAMPO perché implica la manipolazione di certe condizioni da parte dello sperimentatore, che cerca di comprendere le relazioni tra i diversi elementi che compongono il campo. 
L’indagine sperimentale ha per obiettivo di produrre informazioni circa le relazioni causali tra le variabili considerate pertanto è importante che il ricercatore abbia sviluppato delle ipotesi precise circa l’effetto che si produrrà sulla variabile dipendente a seguito della manipolazione di una o più variabili indipendenti. Per la validità dell’esperimento è necessario che il ricercatore controlli attentamente le variabili e la situazione, in modo da evitare interferenze esterne che possano produrre variazioni non riconosciute come tali, inficiando così i risultati dell’esperimento. 
L’ESPERIMENTO sul CAMPO ricade negli STUDI “SPERIMENTALI” che vengono condotti in ambienti “NATURALI” in cui il ricercatore, oltre a basarsi sull’osservazione sistematica delle dimensioni rilevanti, attua anche una manipolazione diretta di una o più variabili, sulla base di ipotesi precise e con l’obiettivo di trarre delle conclusioni di natura causale. Questo tipo di disegni viene però definito QUASI SPERIMENTALE, sia perché è condotto su gruppi reali e non composti ad hoc, sia perché nei contesti naturali è molto difficile, se non impossibile, controllare tutte le variabili intervenenti ed evitare influenze esterne, così come richiesto dal metodo sperimentale classico. 
L’adottare una prospettiva metodologica di questo tipo significa porre l’attenzione sugli elementi di relazione presenti nel contesto della ricerca, portando quindi al centro dell’analisi la dinamica del “campo sociale”. Il modo lewiniano di trattare le relazioni causali si concretizza in quel METODO CIRCOLARE che costituisce un cambio di paradigma rispetto all’ottica causal-deterministica, in quanto mette in relazione tra loro tutti i fattori intervenenti, compresa la PERSONA. Lewin ha più volte sottolineato l’interesse ad abbracciare l’insieme di una situazione quando si manipola una variabile. 

Tratto da LA PSICOLOGIA DI COMUNITÀ di Ivan Ferrero
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