Protagonisti del racconto di fate: fratelli, cacciatori e briganti
I fratelli --> i fratelli appaiono sempre insieme nella fiaba, il loro numero varia da 2 a 12. Nell’ambito della comunità esistono confraternite più ristrette, i membri di queste confraternite hanno per norma di non testimoniare mai l’uno contro l’altro e sarebbe una grande offesa se qualcuno di loro si mettesse a mangiare da solo in presenza dei compagni.
I cacciatori --> i fratelli vanno anche a caccia insieme, nel racconto di fate appena stabilitisi nella foresta i fratelli cominciano ad andare a caccia.
La comunità maschile vive esclusivamente della caccia, i fanciulli si cibano solo di selvaggina e a volte è loro vietato consumare prodotti agricoli in quanto l’agricoltura veniva esercitata dalle donne.
I briganti --> nelle fiabe i fratelli sono briganti in quanto i giovani non sottostanno più alle norme e alle leggi consuete, essi hanno il diritto di commettere eccessi e violenze. Il senso di questa autorizzazione consiste nel concetto che nel fanciullo-guerriero e nel cacciatore bisogna sviluppare l’opposizione contro la casa paterna, contro le donne e contro l’agricoltura.
I briganti si nutrono di carne umana.
La ripartizione dei doveri --> la confraternita ha una sua organizzazione primitiva, ha un anziano che viene eletto -> i fratelli buttano una pallina o una freccia ed eleggono anziano chi ha scagliato la freccia più lontano quindi viene eletto il più abile e il più forte, colui che possiede un potere magico sulla natura. Questo è uno degli aspetti dell’iniziazione -> con essa il cacciatore acquista il potere degli elementi e in particolare sulle creature della foresta.
La sorellina : nella confraternita appare una donna che è stata cacciata via dalla matrigna oppure è stata invitata a casa o rapita dai briganti.
Da un lato la vita nella casa per uomini ha lo scopo di isolare i fanciulli dalle donne, ma questo divieto ha valore inverso -> la donna non è vietata quindi erano sempre presenti donne che fungevano da mogli per i fratelli.
Schurtz parla del’esistenza di tre gruppi della popolazione maschile:
Non iniziati
Giovinetti che vivono nelle case per uomini
Ammogliati che vivono nello stato matrimoniale regolamentale.
Le ragazze che vivevano nelle case per uomini non erano oggetto di nessun disprezzo. Anzi gli stessi genitori le incoraggiavano ad entrarvi. Il racconto di fate nega l’esistenza di rapporti coniugali, le donne potevano appartenere a tutti, oppure ad alcuni per scelta propria. Esse erano proprietà temporanea dei fanciulli, questo matrimonio collettivo tende a conchiudersi con un matrimonio individuale. In genere la ragazza non appartiene a nessuno, oppure appartiene a tutti. la fiaba riflette la tendenza di questo matrimonio a trasformarsi in unione matrimoniale.
I figli nati da tali unioni venivano quasi sempre uccisi in quanto la donna era di proprietà comune.
Nel racconto di fate si trovano tracce delle complicazioni originate dalla nascita di un bambino. I figli sono il movente per trasformare la relazione amorosa in matrimonio. Il racconto di fate non riconosce in complesso il matrimonio compiutosi nella casa del bosco, ma per la fiaba la donna è solo una sorella.
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Dettagli appunto:
- Autore: Selma Aslaoui
- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Esame: Antropologia Culturale
- Docente: Maria Cristina Citroni
- Titolo del libro: Le radici storiche dei racconti di fate
- Autore del libro: V. Propp
- Editore: Boringhieri
- Anno pubblicazione: 1985
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