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Disturbi del ritmo circadiano


La funzione del ritmo circadiano è quella di fornire una precisa regolazione temporale del comportamento e dei processi fisiologici per un adattamento ambientale. In condizioni normali il nostro ritmo è strutturato in:
a) una fase di attività tra le 5 e le 8 del mattino; b) una fase di riduzione di attività con diminuzione delle performance fisiche tra le 11 e le 14; c) una nuova fase di elevata vigilanza tra le 17 e le 20; d) una fase di estrema riduzione della vigilanza e dell’attività tra le 23 e le 5 del mattino.
Esistono dei generatori interni dell’oscillazione sonno-veglia, che vengono sincronizzati da segnali ambientali quali il ritmo luce-buio, i ritmi sociali e gli orari dei pasti.
Esistono però differenze interindividuali che determinano le cosiddette tipologie circadiane del “gufo” e dell’”allodola”: le allodole vanno a dormire presto e si svegliano presto, mantenendo un livello di attenzione massima nelle prime ore del mattino, mentre i gufi vanno a dormire tardi e si svegliano tardi e sono più attivi la sera.
Tali disturbi sono inseriti nel gruppo diagnostico delle dissonnie e nei bambini sono rappresentati dalle seguenti tipologie:
Sindrome da fase di sonno anticipata: si verifica nei bambini molto piccoli e tende a scomparire con la crescita quando le attività serali mantengono la veglia, ritardando l’orario di addormentamento. La terapia consiste nel posticipare l’intera fase di sonno, ritardando progressivamente l’orario di addormentamento di 30-60 minuti per notte ogni 7 gg, il risveglio mattutino invece deve restare spontaneo; l’esposizione ad un ambiente intensamente illuminato nelle prime ore della sera può aiutare a ritardare il momento del sonno.
Sindrome da fase di sonno posticipata: consiste in uno slittamento verso le ore notturne del normale orario di addormentamento, con un orario di risveglio ritardato. La terapia consiste in un’anticipazione lenta e progressiva dell’orario di addormentamento di 15 minuti al giorno, se lo slittamento è solo di 3 ore a notte; se invece lo slittamento è superiore alle 4-5 ore, è bene ritardare l’addormentamento di altre 2-3 ore fino a saltare una notte.
Pattern irregolari del ritmo sonno-veglia: si tratta di bambini che durante il giorno non ricevono segnali regolari, come luce, buio, orario dei pasti, orario di addormentamento, interazioni sociali, ecc.
Sono presenti, dal punto di vista clinico, difficoltà di addormentamento, risvegli notturni, risveglio precoce, sonnolenza diurna, disturbi comportamentali.

Tratto da NEUROPSICHIATRIA INFANTILE di Anna Battista
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