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La distribuzione della popolazione

Grazie alla sua grande capacità di adattamento alle differenti situazioni ambientali l’uomo si è diffuso su quasi tutte le terre emerse. Queste occupano solo una parte, circa un terzo, del pianeta e presentano estreme variabilità in termini di condizioni climatiche e di possibilità di essere permanentemente abitate. Vero è che l’uomo è in un certo senso ubiquitario, e per tutta una serie di contingenze si è avventurato anche in territori o in aree repulsivi (regioni artiche, foreste pluviali, deserti, ecc.) ove ancor oggi è presente in piccoli gruppi. In altre zone, grazie alla possibilità di ricavare prodotti alimentari in quantità utile, la popolazione è diventata sempre più numerosa. In tal senso le terre emerse vengono convenzionalmente divise in ecumene, che rappresenta la parte abitata in modo permanente, in anecumene, la parte che non può essere abitata se non in condizioni e con accorgimenti particolari, e per taluni anche in subecumene, la parte abitata saltuariamente. Difficile il computo esatto circa l’estensione di tali zone: le aree anecumeniche ad esempio potrebbero aggirarsi intorno ad un 18%  del totale delle terre emerse. Secondo altri l’anecumene in senso stretto (calotta artica, Antartide, grandi deserti) registrerebbe un valore di circa il 10%, mentre il subecumene, che comprenderebbe anche aree marginali alle prime ma raggiunte ed in qualche misura abitate dall’uomo (territori subartici come lo scudo canadese, grandi steppe siberiane, zone forestali), avrebbe un valore prossimo al 40%, mentre l’ecumene vero e proprio si estenderebbe per un 50%. 
Le lunghe e complesse fasi del popolamento della terra hanno oggi determinato una situazione assai particolare per quanto riguarda la distribuzione umana. Infatti questa non è in alcun modo omogenea e per quanto riguarda la stessa ecumene vede l’alternarsi di zone fittamente abitate a zone che presentano valori di popolamento estremamente più bassi.  In altre parole si può parlare di una distribuzione quasi a macchia di leopardo, che vede una serie di territori fortemente abitati ed altri assai scarsamente popolati. La carta … rappresenta uno dei criteri con i quali si può illustrare cartograficamente, anche se in termini quanto mai schematici ed approssimati, la distribuzione della popolazione mondiale. Si tratta di un cartogramma a punti ove ogni punto rappresenta in questo caso un addensamento pari ad un milione di abitanti. E’ ovvio che aumentando la dimensione delle aree rappresentate si può restringere il valore dei punti di riferimento ed effettuare osservazioni più analitiche o scrupolose. Ragionando in termini mondiali va da sé che il margine di approssimazione necessariamente aumenta e la rappresentazione è in grado di offrire un’immagine del popolamento per vaste aree geografiche.

Tratto da GEOGRAFIA POLITICA ED ECONOMICA di Filippo Amelotti
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