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Le norme fiscali sul reddito d’impresa


Diverse sono le ragioni per le quali legislatore fiscale detta apposite, autonome norme sul reddito di impresa: norme che possono comportare variazioni fiscali del risultato del conto economico.
Tali norme possono essere classificate da diversi punti di vista:
1. dal punto di vista della funzione, non tutte le norme sono a tutela del fisco: vi sono anche norme a tutela del contribuente e norme “neutre”;
2. le norme fiscali possono essere classificati in base al principio civilistico cui derogano, o al principio che puntualizzano, ecc…
In questa prospettiva, quasi tutte le norme sul reddito di impresa possono essere inquadrate secondo che riguardino l’inerenza, la competenza, o altri principi generali;
3. particolare rilievo hanno le norme con contenuti forfettari.
Molti componenti del reddito di impresa sono frutto di una stima; le norme civilistiche su questi componenti dettano criteri di massima, invece la normativa fiscale detta parametri il cui rispetto impedisce il sorgere di controverse;
4. le norme fiscali comportano delle variazioni rispetto ai dati del bilancio.
E poiché le variazioni possono essere in aumento o in diminuzione e possono riflettere componenti positivi e componenti negativi del conto economico, abbiamo quattro tipi di variazioni; ossia:
a. variazioni fiscali che aumentano il reddito imponibile rispetto all’utile civilistico in quanto variano in aumento un componente positivo del conto economico;
b. variazioni fiscali che aumentano il reddito imponibile rispetto all’utile civilistico in quanto eliminano o riducono un componente negativo del conto economico;
c. variazioni fiscali che riducono il reddito imponibile rispetto all’utile civilistico in quanto eliminano o riducono un componente positivo del conto economico;
d. variazioni fiscali che riducono il reddito imponibile rispetto all’utile civilistico in quanto consentono di tenere conto di comportamenti negativi non presenti, o presenti in misura minore, nel conto economico;
5. un altro criterio di classificazione delle norme fiscali sul reddito di impresa attiene alla dimensione temporale dei loro effetti.
Vi sono norme che determinano una variazione definitiva e norme che comportano una variazione temporanea.
Ad esempio, la norma che impone di differire un costo, quando, nell’esercizio di competenza, non certo nell’esistenza e oggettivamente determinabile nell’ammontare, produce una variazione in aumento di natura temporanea, perché destinata ad essere controbilanciata quando il costo, divenuto certo e determinabile, sarà dedotto ai fini fiscali (con una variazione, quindi, in diminuzione del reddito fiscale rispetto al conto economico).
Vi sono poi variazioni con effetti permanenti: ad esempio, se vi sono proventi esenti, o partecipazioni che fruiscono del regime di esenzione, ciò comporta in via definitiva l’indeducibilità dei costi relativi.

Tratto da CONCETTI SUL DIRITTO TRIBUTARIO E SULL'IVA di Stefano Civitelli
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