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Strategie per il film nell'Italia degli anni '30. Stile con un obiettivo


Nel loro articolo riguardo le relazioni tra discorso e razzismo, Ruth Wodak e Martin Reisigl, usano il termine di strategia (strategy) per riferirsi ad un più o meno accurato e più o meno intenzionale piano di pratiche (incluse quelle discorsive)adottate per realizzare un certo obiettivo politico, sociale, psicologico o linguistico. Voglio sottolineare come durante gli anni ’30 l’uso di specifiche strategie era capace di creare una certa idea di stile cinematografico. Le strategie che ho scoperto in questo studio sono le seguenti:
-strategie costruttive: provano a costruire e a stabilire una certa identità di stile nazionale promuovendo l’unificazione e l’identificazione, come adesione per ciò che riguarda valori culturali, estetici e sociali;
-strategie di trasformazione: hanno lo scopo di trasformare e stabilire l’identità nazionale dello stile filmico e le sue componenti in un'altra identità di stile filmico;
-strategie di perpetuazione: presuppongono e o enfatizzano elementi di continuità, queste strategie sottolineano alcune persistenze culturali e storiche.
Discorsi come questi sono prodotti da specifiche istituzioni contestuali e culturali; dipendono dalla storia del momento.
Ora voglio mostrare degli esempi dove le tre strategie sono visibili. È interessante notare come in Italia ci sia una chiara idea di opinione pubblica fin dagli anni ‘30. Nel mio lavoro ho isolato le aree di pubblico discorso (public discourse) nelle seguenti: 1. la persistenza di un comune patrimonio culturale, sociale e storico che distingue lo stile italiano dagli altri; 2. l’interpretazione e identità degli attori e attrici italiani e la loro relazione con i generi maschile e femminile; 3. il ruolo della contemporanea cinematografia americana che produce e riproduce lo stile filmico nazionale, e la conseguente presenza dell’ “americanismo”nella cultura italiana degli anni’30.
Discorsi riguardo la rinascita del cinema italiano costituiscono la base fondamentale dalla quale si sollevano allo stesso tempo strategie di costruzione e di perpetuazione. “Italy can and should, first of all, treasure its natural beauties: we do not need to close in to the four walls of a theatre what we have in terms of real and pulsating..”(identificazione e unificazione - strategie di perpetuazione). Strategie di trasformazione sono maggiormente visibili in altri tipi di discorsi. Il modo in cui l’identità filmica di attori e attrici italiani è formata è eloquente.
Per esplorare lo stile filmico in Italia negli anni ’30, ho iniziato da qualche punto teorico offerto da Higson. La mia intenzione era cercare di capirlo in termini culturali analizzando il discorso sociale che attornia il testo filmico e riempie la stampa dell’epoca. Lo stile nazionale cinematografico dell’Italia anni ’30 si può capire maggiormente in termini conflitto e selezione. Il patrimonio culturale nazionale e i valori tradizionali sono stati sottolineati da questi discorsi, ma è anche vero che allo stesso tempo sono rivolti a mescolare questi modelli culturali con altri che fanno parte delle tradizioni non nazionali.
La tradizione culturale di una società tende sempre a corrispondere al sistema contemporaneo di interessi e valori. Lo stile cinematografico nazionale in Italia negli anni’30, a livello di strategie sociali discorsive, può essere concepito in questi termini: as a continual selection and interpretation of social and cultural sources.

Tratto da LO STILE CINEMATOGRAFICO di Laura Righi
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