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La Riabilitazione dell'Handica

Braceland(1959)--> La teoria della Riabilitazione si basa su considerazioni umanitarie e pratiche, ossia sul diritto di ogni individuo a partecipare alla società in base alle sue capacità, e sul vantaggio che la società ne ricava se l’individuo raggiunge il massimo grado possibile di autosufficienza.
La riabilitazione segue alle cure mediche e alla convalescenza, e cerca di superare una menomazione fisica e i blocchi emotivi che impediscono al paziente di sfruttare al massimo le sue capacità.
Barton(1962)--> Il trattamento è rivolto al processo primario che produce il sintomo;
        La riabilitazione si focalizza sull’adattamento sociale e sullo sviluppo delle
        capacità sociali e attitudinali che riducono gli effetti della menomazione.
La questione riabilitativa si muove a più livelli:
Livello individuale    --> la persona e la sua menomazione;
Livello istituzionale    --> la codifica scientifica e il rapporto che ha con essa il malato;
Livello strutturale    --> il significato strutturale e strategico dell’istituzione nel sistema sociale.
Per parlare di recupero, questi tre piani devono essere complementari, e che si finalizzino ad uno scopo comune.
Se all’accertamento delle menomazioni è richiesto soprattutto di chiarire la natura dei danni, dall’accertamento delle disabilità ci si attende la precisazione delle ipotesi terapeutiche, curative e riabilitative, e un ausilio nella pianificazione dei supporti necessari all’integrazione della persona  -->si occupa non solo dei traumi, ma delle loro conseguenze.  
Il Ministero ha proposto un percorso di intervento di carattere socio-sanitario; tale percorso integrato implica la connessione tra i programmi sanitari, finalizzati a sviluppare tutte le risorse individuali potenziali, e quelli sociali, che rendono disponibili risorse e potenzialità ambientali. Così l’intervento terapeutico sarà potenziato.

L’intervento ha 4 obiettivi:
1. Recuperare una competenza funzionale;
2. Suscitare una competenza che non è comparsa durante lo sviluppo;
3. Porre una barriera alla regressione funzionale, dominando i fattori di rischio e progressione delle malattie cronico-degenerative;
4. Reperire formule facilitanti alternative.
L’intervento riabilitativo ha inizio nel momento stesso in cui si instaura il danno. La fine è definita da un accurato bilancio tra la stabilizzazione degli esiti e la presenza di potenzialità di recupero.

Tratto da CLINICA PSICOLOGICA IN SINDROMI RARE di Beatrice Segalini
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