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Rilevazione respiratoria


Con il termine respiro ci si riferisce a due processi: la respirazione esterna e quella interna. La respirazione esterna comprende l'inspirazione (torace si espande) e l'espirazione (torace torna di dimensioni normali); per respirazione interna si intende invece quella che avviene a livello alveolare. La frequenza del respiro può essere controllata volontariamente è per questo che non bisogna avvisare il pz che gli verrà rilevata, ma si rileva contemporaneamente alla rilevazione cardiaca. La qualità del respiro può essere determinata scoprendo il torace e controllando che l'espansione sia simmetrica con l'inspirazione. Se il pz riscontra difficoltà nel respirare si parla di dispnea. Di norma il respitro è silenzioso e le sue caratteristiche sono: frequenza e profondità. La frequenza è maggiore nei bambini e nei neonati, ma di norma nell'adulto si riscontrano 12-18/20 atti respiratori al minuto. Si definisce tachipnea un aumento della frequenza respratoria (> 20 atti/min, es. febbre); bradipnea è invece la diminuzione della frequenza respiratoria (< 10 atti/min). La profondità è il volume di aria che si muove all'interno ed all'esterno dei polmoni per ogni atto respiratorio e normalmente è di 500 ml (si misura con lo spirometro).
Il respiro è normalmente regolare ed è composto da una inspirazione, una pausa, un'espirazione più prolungata ed un'altra pausa. Questo schema può essere alterato da alcune malattie:
- Cheyne-Stokes. Gli atti respiratori aumentano e diminuiscono regolarmente, intervallati da periodi di apnea della durata di 20 sec. La causa più comune è lo scompenso cardiaco grave o l'insufficienza renale.
- Biot. E' simile al primo, salvo che ogni respiro è della stessa profondità. Ogni 3 o 4 respiri segue un periodo di apnea. Cause: encealite, trauma cranico.
- Kussmaul (fame d'aria). Aumentano sia la profondità che la frequenza. Cause: coma diabetico, insufficienza renale.
- Apneusico. Inspirazione prolungata seguita da una breve ed insufficiente espirazione. Cause: lesioni del cervello.


Tratto da SCIENZE INFERMIERISTICHE di Lucrezia Modesto
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