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Il vizio di vivere


Cesare Pavese, nel suo diario “Il vizio assurdo”, riteneva viziosa la vocazione di continuare a vivere, nonostante la sofferenza e non poté, come tanti altri, che considerare il suicidio una suprema virtù.
I vizi spettro del carattere e della vita interiore. I vizi sono un tema di incomparabile importanza per l'esplorazione dell'animo e dei costumi, tra sacro e profano. Sono specchio della condizione umana in quanto tale.
Vizi e virtù evolvono e involgono, si riaccendono o si spengono del tutto nel corso della vita individuale. Alcuni non li riconoscono nemmeno come tali, non sapranno per tutta l'esistenza di essere stati pessimi virtuosi e ottimi viziosi. Essi sono una variabile dipendente dalle epoche, dalle culture, delle classi sociali, dalle psicologie, dalle patologie, dalle età e dalle sessualità. Vi sono vizi che crescono, si perfezionano e che riguardano sfere assai meno private: sono i vizi contro l'umanità e la sua dignità, il bene comune, così gravi da divenire veri delitti efferati, diffusi, quasi accettati se non addirittura accreditati da questa o da quella pubblica opinione, a lungo andare.

Tratto da NUOVE VIRTÙ di Anna Bosetti
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