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L’Egitto, un dono del Nilo

“L’Egitto - scriveva lo storico greco Erodono - è un dono del Nilo”. Senza questo fiume infatti al vita nella regione sarebbe impossibile. È la presenza del fiume che rende abitabile il deserto, creando una fascia fertile di terreno lungo le sue rive: poco più di sei chilometri per ogni lato nel suo punto più largo, meno di un chilometro in quello più stretto, per finire con la grande area del delta. Le piene del Nilo poi, a differenze di quelle di molti altri fiumi, che sono violente, improvvise e distruttive, sono invece regolari e periodiche: ogni anno, intorno alla fine di maggio il Nilo riempito dalla dalle piogge equatoriali, straripa pacificamente oltre gli argini depositando sulla terra il limo. “Durante le piene -proseguiva Erodono- le città egizie sorgevano dall’acqua con le loro mura, come se fossero isole, e gli abitanti andavano in barca attraverso la pianura”. Quando l’acqua si ritirava le messi, facilitate dal clima caldo, producevano un raccolto abbondante, tanto più che la fertilità della terra, grazie al deposito del limo, era rinnovata ogni anno; per questo nell’antichità l’Egitto era conosciuto come il granaio del mondo. 
Oltre a ciò il Nilo forniva l’acqua per abbeverare gli uomini e gli animali, per impastare l’argilla e per far crescere il papiro, da cui si ricavava l’omonima carta per scrivere. Ma il Nilo era anche la colonna vertebrale del paese: essendo navigabile dalla foce fino ai confini meridionali del paese (segnati appunto da una serie di cascate del Nilo, chiamate cataratte), il Fiume permetteva il facile ed economico transito di uomini e merci da una città all’altra, e anche dall’estero, come il legame, l’unica risorsa di cui l’Egitto fosse poverissimo, e che attraverso il Nilo era distribuita lungo tutto il paese. Questo fatto contribuì in misura decisiva alla formazione di una solida identità nazionale egiziana, sia perché creò omogeneità (gli egiziani erano un popolo omogeneo per razza, cultura, lingua e religione), sia perché veniva a delineare un microcosmo indipendente, basato sul corso del Nilo e protetto da un deserto impraticabile, che rendeva quasi impossibili invasioni da parte di altri popoli.

Tratto da STORIA DEL VICINO ORIENTE ANTICO di Lorenzo Possamai
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