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Intervento dello Stato nell'economia in Italia nel 1900


L'INTERVENTO DELLO STATO
Uno Stato non letargico
Lo Stato alla fine dell'800 è dinamico e attivo. Nonostante il liberismo che avrebbe dovuto imporre un limite.
L'intervento dello Stato si deve all'Italia in quanto paese arretrato. I ritardatari per agganciare gli altri hanno bisogno dei fattori sostitutivi.
Lo Stato costruisce nuove industrie e finanzia in generale. Si genera una sovrapposizione Stato, industria e sistema bancario.
Produce clientelismi e favoritismi.

Il Capitalismo di Italiano è stato definito capitalismo di Stato.
Ad esempio negli anni 30 dopo la crisi lo Stato fascista creò l'IMI e l'IRI con cui vengono rilevate le industrie in difficoltà.
L'élite politica dopo l'Unità era consapevole che lo Stato doveva essere attivo e pianifica lo sviluppo industriale (anche se l'economia pianificata è comunista).
Un liberismo puro è esistito solo nella mente dei liberisti.
L'intervento dello Stato fu forte con dazi, programmazione, pianificazione, condizionamento dei mercati.
Il peso dei privati e del pubblico cambiarono nel corso degli anni. Così come cambia anche il ruolo dello Stato: sviluppo industriale prima, costruzione dello stato sociale poi, che è un tentativo di redistribuire la ricchezza generata dallo sviluppo industriale (correttivo). Non esiste un mercato assolutamente libero e auto equilibrato.

In che modo si organizza e suddivide la spesa pubblica; in quali canali si esplica l'intervento dello Stato?

Tratto da STORIA ECONOMICA CONTEMPORANEA di Barbara Pavoni
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